È morto a 91 anni, nella serata di domenica 16 marzo, lo storico Lucio Villari, rinomato per i propri studi in ambito moderno e contemporaneo. Lo studioso è rimasto vittima di una caduta accidentale, a cui è seguito il ricovero all’ospedale Gemelli di Roma.
Accanto a lui, fino alla fine, ci sono stati i figli Alberto e Anna e la moglie Fausta Cataldi. I funerali si terranno domani, 19 marzo, alle 14 presso la Basilica Santa Croce al Flaminio e a celebrare la messa sarà il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana.
Chi era Lucio Villari

Lucio Villari è nato il 26 agosto 1933 a Bagnara Calabra, in provincia di Reggio Calabria. Si è laureato all’Università di Messina, per poi specializzarsi nel XVIII secolo all’Istituto di Studi storici di Napoli, come allievo di Federico Chabod. È in questi anni che Villari scrive il suo primo saggio inerente al Settecento, cioè Il pensiero economico di Antonio Genovesi.
La carriera dello storico, successivamente, si è realizzata a Roma, dove ha insegnato storia contemporanea presso l’Università degli Studi Roma Tre e ha collaborato con Rai Storia e il quotidiano La Repubblica, fin dalla fondazione del giornale nel 1976. Era fratello minore di Rosario Villari, anch’egli illustre storico dell’età moderna, noto per il manuale di storia per licei e istituti tecnici, edito Laterza, pubblicato negli anni Settanta e ristampato per vent’anni.
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La carriera
Durante il periodo di specializzazione, l’interesse di Lucio Villari si è concentrato sull’Europa e sugli Stati Uniti tra Settecento e Novecento, soffermandosi particolarmente sull’analisi della Rivoluzione francese, sulla nascita e l’affermazione del capitalismo e l’Italia del risorgimento, e dedicandosi all’influenza del pensiero politico di Niccolò Machiavelli. Questi approfondimenti hanno portato Villari a intraprendere una carriera accademica all’università Roma Tre ma anche a far parte del comitato scientifico dei programmi della Rai Il tempo e la storia e Passato e presente.
L’intento di Villari, come lui stesso amava affermare, era quello di “portare la storia fuori dall’accademia“, ed è per questo che durante la sua carriera si è dedicato all’attività di divulgatore. A testimonianza di ciò si citano i suoi primi saggi, quali Storia universale illustrata, enciclopedia di Fabbri Editore pubblicata a partire dal 1971, e 1789-1799. I dieci anni che sconvolsero il mondo, scritto con Giorgio Dell’Arti nel 1989, in occasione dei duecento anni della Rivoluzione francese.
Grande successo hanno avuto anche La rivoluzione francese raccontata da Lucio Villari, del 1997, Il Risorgimento. Storia, documenti, testimonianze, pubblicato nel 2007, e Italiani. Storia e storie di un popolo dal 1861 ad oggi, scritto con Corrado Augias e uscito nel 2010.
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I saggi
Nella sua lunga carriera da studioso, Lucio Villari ha pubblicato numerosi saggi sulla storia dal Settecento al Novecento, con una particolare attenzione alle idee e alla vita sociale. Ecco un elenco di alcuni testi dello storico: Il capitalismo italiano del Novecento (1972), Settecento adieu. Cultura e politica nell’Europa dei lumi (1985), con il quale ha vinto il Premio Nazionale Rhegium Julii per la saggistica, La roulette del capitalismo (1995), Bella e perduta. L’Italia del Risorgimento (2009), con cui ha ottenuto il Premio Benedetto Croce per la saggistica, America amara. Storie e miti a stelle e strisce (2013), La luna di Fiume. 1919: il complotto (2019).
Villari ha dedicato alcune opere al commento del trattato politico di Niccolò Machiavelli, Il principe. Si ricordano, dunque, Niccolò Machiavelli, del 2000, che gli è valso il Premio Estense nel 2001, e Machiavelli. Un italiano del Rinascimento, pubblicato nel 2013). Lo storico, inoltre, si ha fatto parte del Comitato per gli anniversari nazionali, occupandosi nel 2011 delle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia.
L’interesse per lo spettacolo
Oltre all’interesse per la storia, Lucio Villari è stato grande appassionato di spettacolo, coltivato grazie all’amicizia con nomi illustri quali Eduardo De Filippo, Ettore Scola e Marcello Mastroianni. Nel 1980, dunque, lo storico ha partecipato al film La terrazza di Scola, in cui interpretava il padrone di casa che ospita un gruppo di intellettuali e artisti progressisti.
Accanto a ciò, Villari amava la musica jazz, suonava il pianoforte e ha curato la riduzione, l’adattamento e la regia teatrale delle Lettere persiane di Montesquieu, con protagonista Pino Micol, prodotto dal Teatro Stabile di Roma e andato in scena al Ridotto di Venezia in occasione del Carnevale.
I messaggi di cordoglio
Dopo la notizia della morte di Lucio Villari, numerosi sono stati i messaggi di cordoglio rivolti allo storico. Il Presidente Sergio Mattarella, per esempio, ha inviato il seguente testo:
Sono addolorato per la scomparsa di Lucio Villari, studioso insigne e fine intellettuale, riferimento di generazioni di storici, uomo di grande cultura, capace di coniugare rigore scientifico e passione per la democrazia e la giustizia.
Ai suoi familiari rivolgo sentimenti di vicinanza e di cordoglio.
Il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, invece, ha dichiarato:
Lucio Villari è stato uno dei maggiori storici italiani.
Uno studioso raffinato che ha saputo analizzare in profondità i principali snodi della storia nazionale e le dinamiche economiche internazionali, sempre con la massima libertà intellettuale.
Intere generazioni di studenti si sono formati sui suoi manuali di storia.
A nome mio e del ministero della Cultura esprimo la mia vicinanza alla sua famiglia e a tutti i suoi cari.
Si aggiunge ai diversi messaggi di ricordo di Villari e di vicinanza alla famiglia anche quello del collega Paolo Milei, il quale ricorderà lo storico in apertura dell’ultima puntata registrata col professore e programmata per oggi 18 marzo, dedicata a I promessi sposi:
Abbiamo avuto per tanti anni Lucio Villari ospite del programma e sempre abbiamo potuto apprezzarne la passione, la curiosità, la lucidità del ragionamento.
Ma anche l’inconfondibile tratto umano.
Con lui negli anni abbiamo parlato di storia, ma anche di cinema, di letteratura, di teatro, di musica, perché nessuno aspetto della cultura gli era estraneo.
Come ad ogni vero intellettuale.
Infine, Roberto Occhiuto, Presidente della Regione Calabria, di cui Villari era originario, ha ricordato così lo storico:
La Calabria piange uno dei suoi figli più illustri.
Grande intellettuale, studioso rigoroso e profondo, Villari ha dedicato la sua vita all’insegnamento della storia contemporanea, diventando un punto di riferimento assoluto per tanti giovani e per diverse generazioni di storici.