martedì, 18 Marzo 2025
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Giornalisti al voto il 19 e 20 marzo: è l’occasione per cambiare il futuro dell’informazione?

Giornalisti al voto tra tutela della professione e rivoluzione digitale: perché una nuova legge è più che mai necessaria?

Alfredo Polito
Alfredo Polito
Si occupa di copywriting, project management e comunicazione per imprese e istituzioni. Per anni ha scritto su la Repubblica ed è autore del libro "La guerra del vino". Tramite Gramsci ha fatto suo il motto di Romain Rolland: pratica il pessimismo della ragione e l'ottimismo della volontà.

Le elezioni dell’Ordine dei Giornalisti sono alle porte. Il 19 e 20 marzo, i professionisti dell’informazione potranno votare online per rinnovare i venti Consigli regionali e il Consiglio nazionale. Successivamente, il 23 marzo, sarà possibile esprimere la propria preferenza anche in presenza. A Roma, il seggio sarà allestito presso il Centro sportivo Coni «Giulio Onesti» in via dell’Acqua Acetosa.

Si tratta di un’occasione fondamentale per dare nuova linfa a un’istituzione che, negli ultimi anni, ha mostrato molte difficoltà nel rispondere alle esigenze della categoria. Con oltre 110.000 aventi diritto al voto35.000 professionisti e 75.000 pubblicisti – la partecipazione sarà determinante. Eppure, storicamente, l’affluenza è sempre stata bassa, permettendo a una stessa compagine di consolidare il proprio potere all’interno dell’Ordine.

Questa tornata elettorale rappresenta una rara opportunità per incidere realmente sulle sorti della professione, sempre più in crisi tra precarizzazione, scarsa tutela e attacchi alla libertà di stampa.

Perché il voto del 19, 20 e 23 marzo è così importante?

Il giornalismo italiano sta affrontando una delle sue fasi più critiche. Da un lato, le condizioni lavorative sono sempre più precarie, con compensi bassi e tutele inadeguate. Dall’altro, la libertà di stampa è sotto pressione: l’Italia è scesa nelle classifiche internazionali, e molti giornalisti subiscono minacce, querele temerarie e attacchi da parte della criminalità organizzata.

Oltre a questi problemi strutturali, l’Ordine dei Giornalisti appare spesso poco incisivo nel difendere la professione. Le difficoltà nei rapporti con Inpgi (l’ente previdenziale dei giornalisti) e Casagit (la cassa sanitaria di categoria) aggravano ulteriormente il quadro, lasciando molti professionisti senza le necessarie garanzie.

In un contesto così fragile, è indispensabile che i giornalisti partecipino attivamente alle elezioni, scegliendo rappresentanti capaci di affrontare le sfide della professione e di proporre soluzioni concrete.

Aldo Torchiaro: “Serve una nuova legge per tutelare i giornalisti”

giornalisti al voto

Tra le voci più incisive nel dibattito sul futuro del giornalismo, il giornalista Aldo Torchiaro sottolinea la necessità di una riforma legislativa che riconosca diritti e strumenti adeguati per la professione. Ecco la sua dichiarazione:

Dobbiamo scrivere una nuova legge a tutela dei giornalisti professionisti che riconosca diritti e strumenti per chi vuole fare del giornalismo una professione importante, riconosciuta e tutelata.

La richiesta è chiara: senza una legge che garantisca stabilità, equo compenso e protezione ai giornalisti, la professione rischia di diventare sempre più marginale, compromettendo la qualità dell’informazione e la democrazia stessa.

Il futuro del giornalismo digitale: una rivoluzione necessaria

Oltre alla tutela dei lavoratori, è fondamentale guardare al futuro del giornalismo nell’era digitale. La transizione dall’informazione cartacea a quella online ha rivoluzionato il settore, ma senza un modello economico sostenibile. Molte testate faticano a sopravvivere, mentre la disinformazione cresce a ritmi allarmanti.

Anche su questo punto, Aldo Torchiaro propone due interventi chiave:

Serve un fondo per il giornalismo digitale che finanzi modelli di business innovativi. Ma anche corsi di media literacy nelle scuole per abituarsi da subito alla lettura di quotidiani digitali e cartacei.

Due misure che potrebbero avere un impatto significativo:

  • Un fondo per il giornalismo digitale permetterebbe alle testate di sperimentare nuovi modelli economici, riducendo la dipendenza dalla pubblicità e dalle grandi piattaforme tech.
  • L’educazione alla media literacy nelle scuole aiuterebbe le nuove generazioni a sviluppare un approccio critico all’informazione, contrastando le fake news e valorizzando il giornalismo di qualità.

Giornalisti al voto come strumento di riscatto

Le elezioni del 19, 20 e 23 marzo non sono solo un atto formale, ma un’opportunità per tutti i giornalisti di incidere sul futuro della loro professione. Votare significa scegliere chi dovrà rappresentare e difendere i diritti della categoria in un momento di grande difficoltà.

In un’epoca in cui l’informazione è sempre più sotto attacco, è fondamentale che i giornalisti tornino a essere protagonisti del proprio destino. Non partecipare significa lasciare che tutto rimanga immutato.

Chi può votare?
Tutti i giornalisti iscritti all’Ordine, sia professionisti che pubblicisti.

Come si vota?

  • Online: il 19 e 20 marzo.
  • In presenza: il 23 marzo presso le sedi indicate, a Roma, presso il Centro sportivo Coni «Giulio Onesti».

Il voto è un diritto, ma soprattutto un dovere per chi crede ancora in un giornalismo libero, tutelato e di qualità.

Leggi anche: Premio Rossella Minotti per i giornalisti under 35: tutti i vincitori

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Alfredo Polito
Alfredo Polito
Si occupa di copywriting, project management e comunicazione per imprese e istituzioni. Per anni ha scritto su la Repubblica ed è autore del libro "La guerra del vino". Tramite Gramsci ha fatto suo il motto di Romain Rolland: pratica il pessimismo della ragione e l'ottimismo della volontà.

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