Sono sempre di più gli uomini che usufruiscono del congedo parentale di paternità. Secondo i dati diffusi dall’Inps e da Save the Children oggi, in occasione della festa del papà, nel giro di dieci anni c’è stato un incremento del 35%.
La norma è entrata in vigore nel 2012 e d’allora i padri che ne hanno usufruito sono passati dal 19,2% al 64,5%. Il congedo permette di assentarsi dal lavoro dopo la nascita, l’adozione o l’affidamento di una bambina o di un bambino. Ciò è l’esempio di una maggiore valorizzazione del ruolo paterno negli ultimi anni.
Cos’è il congedo parentale di paternità

Il congedo parentale di paternità è un’agevolazione varata nel 2012 dallo Stato italiano e punta alla valorizzazione della figura paterna e del rapporto equilibrato tra i due genitori. A poterne usufruire sono i lavoratori dipendenti pubblici e privati, a pagamento diretto. Il congedo dura dieci giorni lavorativi a partire dai due mesi prima della data presunta del parto fino ai cinque mesi successivi alla nascita, oppure durante il congedo di maternità della madre lavoratrice.
È valido anche per adozioni e affidamenti e può essere frazionato a giorni. Nel caso di parto plurimo si può usufruire di un congedo di venti giorni lavorativi. A ogni modo, l’indennità giornaliera sarà pari al 100% della retribuzione. La richiesta dell’agevolazione dovrà essere presentata in forma scritta dal padre al proprio datore di lavoro, cinque giorni prima la presunta data del parto.
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Chi usufruisce del congedo di paternità
Dal momento in cui è entrato in vigore il congedo parentale di paternità, sono aumentati sempre più gli uomini che ne usufruiscono. Prima di analizzare i dati, è necessario sottolineare che la legge italiana garantisce ai padri il numero minimo di giorni indicato dalla normativa europea, cioè dieci, a fronte dei cinque mesi per le madri.
Su scala nazionale è possibile notare una differenza nelle varie sezioni del Paese. Al nord, infatti, è il 76% degli uomini a ottenere il congedo, soprattutto in Veneto dove la percentuale raggiunge il 79%. Al sud, invece, si ritrova il 44%. Per quanto riguarda il cento, infine, Si nota il 67% di padri che usufruiscono del congedo. Tuttavia, ancora il 35% degli uomini non utilizza tale agevolazione, in particolare coloro che hanno un contratto di lavoro a termine o che sono assunti in aziende con pochi dipendenti.
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I punti a favore del congedo di paternità
L’Inps e Save the Children hanno riportato i dati relativi agli uomini che usufruiscono del congedo di paternità. Il presidente del primo, Gabriele Fava, ha commentato così quanto risultato dall’analisi:
Sul congedo di paternità registriamo una tendenza positiva che evidenzia un cambiamento culturale in atto.
Tuttavia, circa il 35% dei padri aventi diritto ancora non ne usufruisce, è una misura su cui faremo ulteriori iniziative di sensibilizzazione.
Promuovere il congedo di paternità produce effetti concreti: favorisce un legame precoce tra padre e figlio, con benefici duraturi sulla loro relazione, e contribuisce a una distribuzione più equilibrata delle responsabilità familiari e della conciliazione vita-lavoro delle donne.
Un passo essenziale verso una reale parità di genere nelle famiglie italiane
Alle parole di Fava si è aggiunta anche Daniela Fatarella, direttrice generale di Save the Children, la quale ha commentato l’andamento delle richieste del congedo parentale nel corso degli anni: “Nonostante i segnali positivi che i dati sulla fruizione del congedo di paternità ci mostrano, c’è ancora molto da fare per favorire un’equa condivisione della cura tra madri e padri“. Infine, Cristiana Scelza, presidente dell’associazione di imprese Valore D, ha dichiarato:
In occasione della Festa del Papà, riflettiamo sull’importanza di un equilibrio più equo tra vita familiare e lavoro, con benefici concreti: meno rinunce di carriera per le donne, maggiore occupazione femminile e un impatto positivo sull’economia.
Sempre più padri desiderano essere presenti nella crescita dei figli e gli studi confermano che il loro coinvolgimento sin dalla nascita favorisce lo sviluppo cognitivo e psico-affettivo del bambino.
Il congedo di paternità è un elemento chiave di questa evoluzione.