Pianista operato al cervello suona per i medici: “Il mio modo per ringraziarli”

Andrea Simone De Nicolò è un pianista di 18 anni, che il 6 settembre 2024 è stato operato per la rimozione di un tumore al cervello. In segno di gratitudine, il giovane ha dedicato un'esibizione ai medici nella hall dell'ospedale.

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Andrea Simone De Nicolò, pianista 18enne di Valenzano, si è esibito nella hall del Polo chirurgico Confortini dell’ospedale Borgo Trento di Verona, per ringraziare i medici che lo scorso anno gli hanno salvato la vita.

Il giovane, infatti, ad agosto 2024 si è presentato in pronto soccorso per frequenti mal di testa. Una volta compiuti tutti gli accertamenti, si è compreso che De Nicolò aveva un tumore da operare urgentemente. Vediamo meglio la storia di questa promessa della musica e del suo magico gesto.

Chi è Andrea Simone De Nicolò

Andrea Simone De Nicolò ha 18 anni e viene da Valenzano, in provincia di Bari, dove vive con la madre Angelica, il padre Tonio e il fratello minore. Andrea è un’eccellenza del Conservatorio del capoluogo pugliese, dove studia pianoforte, e conta alle spalle una cinquantina di primi premi assoluti e in concorsi musicali sia nazionali che internazionali.

Durante il suo percorso di formazione, il pianista ha studiato ad Einbeck, in Germania, alla Feuerwerk Einbeck International Piano Academy, sotto la direzione del maestro e concertista lituano Gintaras Januševičius. Ad aprile, inoltre, De Nicolò terrà in Macedonia un recital e una masterclass a giovani studenti di pianoforte provenienti da Macedonia, Albania e Serbia. Il 18enne, inoltre, collabora alla realizzazione degli eventi artistici e musicali organizzati nell’Auditorium Mirella Carriero.

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La scoperta del tumore e l’operazione

Nell’agosto del 2024, Andrea ha iniziato a soffrire di frequenti e violenti mal di testa, che ha provato ad alleviare con degli analgesici. Questa prima cura, però, ha provocato nel giovane vomito. Di seguito la corsa al pronto soccorso di Bari, dove gli accertamenti hanno rivelato un tumore pineale parenchimale di 5 centimetri al centro del cervello, il quale aveva provocato nel pianista lo sversamento di liquido nella cassa cranica. Vista la situazione estremamente critica, è stato necessario operare De Nicolò d’urgenza.

I genitori e il ragazzo, allora 17enne, dopo aver ricevuto l’esito della Tac, sono partiti per Verona, dove si trova un grosso centro di Neurochirurgia. Il 3 settembre, dunque, Andrea e la famiglia è entrato nel pronto soccorso veronese ed è stato preso in carico dalla dottoressa Barbara Masotto, che ha praticato immediatamente un primo intervento d’urgenza per eliminare il liquido dal cervello del giovane. Tre giorni dopo, il 6 settembre, è stata condotta l’operazione intracranica di circa 20 ore.

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Il post-operazione

L’intervento a cui è stato sottoposto Andrea è andato per il meglio, non apportando alcun danno neurologico al ragazzo. Per tale ragione, il 18enne ha mantenuto tutte le proprie capacità cognitive, continuando a suonare e sognando di intraprendere la carriera da concertista. A ricordare i momenti vissuti mentre il proprio figlio era in sala operatoria è la mamma di Andrea, la signora Angelica: Abbiamo provato una paura immensa perché la vita di mio figlio era attaccata a un filo. Dobbiamo la vita di nostro figlio a questi medici a cui possiamo dire solo grazie.

Anche la dottoressa Barbara Masotto, la quale ha diretto l’intervento su Andrea, ha ripercorso il tragitto affrontato dal pianista e ha sottolineato che bisognerà aspettare 5 anni, prima di poter dichiarare il ragazzo completamente guarito:

È stato un periodo molto difficile per Andrea perché dopo l’intervento ha dovuto sottoporsi a molte radioterapie e chemioterapie.

Adesso la situazione è buona e potrà avere un futuro radioso sia nella musica, sia nella vita.

È un tumore tipico dei giovani non così benigno ma che risponde molto bene alle terapie se preso in tempo, e con Andrea siamo sulla strada giusta per la completa guarigione.

L’esibizione in ospedale

Martedì 25 marzo Andrea Simone De Nicolò è tornato nel Polo chirurgico Confortini dell’ospedale Borgo Trento di Verona, dove si è esibito nel concerto gratuito dal titolo Armonie di vita. Insieme al pianista ha suonato anche la violinista Florangela D’Elia, amica del 18enne. Il gesto è stato un omaggio a tutta l’equipè medica della dottoressa Barbara Masotto che, lo scorso anno, ha salvato la vita ad Andrea. Inizialmente, il ragazzo ha ringraziato tutti coloro che hanno permesso la sua guarigione:

Per me è una giornata importante perché è un modo per dire grazie a tutto l’ospedale a tutte le persone che mi hanno salvato la vita, che mi vogliono bene, che mi hanno curato con affetto, amore, professionalità e dedizione.

Quest’oggi suono con una mia collega di conservatorio, Florangela D’Elia, per testimoniare un segno di amicizia sincera e profonda.

Da qualche mese ho ripreso a fare quello che facevo, come prima e meglio di prima.

Ci metto più passione e più amore perché do più senso a quello che faccio.

Soprattutto un senso diverso a quello che faccio con le persone che mi vogliono bene, adesso mi accorgo che do un abbraccio in più o una manifestazione d’affetto in più. Queste cose che prima non avvenivano, adesso ho capito che sono gli aspetti essenziali della vita, i più importanti.

Il 3 settembre siamo arrivati all’ospedale di Verona, consigliati dall’ospedale di Bari, ci eravamo messi in macchina a mezzanotte.

Il Signore ha voluto che ci fosse al Pronto soccorso in quel momento proprio il dott. Vincenzo Fontana, il vice della dott.ssa Barbara Masotto e quindi ero nelle loro mani.

In seguito, il giovane ha raccontato l’esperienza vissuta durante il ricovero in ospedale, caratterizzato dalla professionalità e dall’umanità del personale sanitario:

I medici hanno elencato tutti i pericoli che correvo ma i miei genitori hanno preferito non dirmi niente, anche se un po’ avevo capito quello che stava succedendo, i dottori erano molto sicuri, perché sanno fare il loro lavoro con grande professionalità.

Oggi sono qui perché mi hanno salvato la vita, consentendomi anche di fare le cose meglio di prima. 

Mi hanno trattato tutti benissimo, come un figlio ed ora potrò continuare a coltivare la mia passione di musicista.

Quest’anno mi diplomerò all’Istituto sociale e poi mi iscriverò al corso triennale di laurea al Conservatorio di Bari. 

Sono otto anni che studio pianoforte. Questa esperienza mi ha portato a vedere le cose con una prospettiva diversa: do un senso migliore ciò che faccio.

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