Nel 2018 dopo il disastro del Ponte Morandi, sul Polcevera a Genova, il governo aveva emanato il decreto 109/2018. Con tale decreto, tra le altre cose, il governo impediva ad Autostrade per l’Italia la possibilità di partecipare alla ricostruzione del Ponte. La società controllata dalla famiglia Benetton aveva impugnato il decreto, in quanto provvedimento amministrativo, davanti al Tar della Liguria.
Ponte Morandi, il decreto del governo non è lesivo della separazione dei poteri
I giudici del Tar, rinvenendo rilevanti e non infondate eccezioni di costituzionalità, avevano sospeso il giudizio inviando in via incidentale l’incartamento alla Corte Costituzionale. Il procedimento amministrativo divenne quindi indisponibile come si dice in gergo tecnico. La Consulta ha giudicato il decreto del governo non lesivo dell’articolo 41 della Costituzione e del principio di separazione dei poteri (presi come parametri). Quindi l’eccezione è stata respinta. A beneficio dei lettori l’articolo 41 è qui riportato:
L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
Ponte Morandi, lo scontro fra Autostrade e Governo
Il presidente Conte dichiara “Una scelta che ci conforta”. Dal M5S: “Avevamo ragione”. In attesa del deposito della Sentenza, comunque inappellabile, Autostrade sostiene di aver supportato l’azione di ricostruzione.
Nello scontro tra governo ed Autostrade questa sentenza potrebbe segnare un primo punto a favore dell’esecutivo.
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