“Un’alternativa al lockdown è possibile”. Questo è quanto si legge in un documento inviato al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al ministro Roberto Speranza lo scorso 29 marzo da un gruppo di 150 ricercatori italiani. Nella lettera si valutavano diverse misure atte a fermare l’epidemia da Covid nel Paese, alternativa al lockdown nazionale. “Bisogna seguire l’esperienza di Paesi democratici quali Corea, Giappone, Taiwan, Nuova Zelanda” spiegava Gianpietro Ravagnan, professore ordinario di Microbiologia all’Università Cà Foscari di Venezia, tra i firmatari della lettera. Questi Paesi “hanno utilizzato test di massa, tracciabilità ed isolamento dei contagiati fuori dai contesti familiari”, misure che, secondo i ricercatori italiani, avrebbero potuto fermare il virus in soli 20 giorni anche in Italia.
Test rapidi e isolamento dai nuclei familiari, l’alternativa al lockdown ignorata dal Governo
Studiando da un punto di vista quantitativo l’evoluzione temporale dei casi da coronavirus in diversi altri Paesi, i 150 ricercatori italiani hanno ritenuto che l’epidemia da Covid si sarebbe potuta fermare in circa venti giorni, senza ricorrere a un lockdown nazionale. Secondo i medici firmatari della lettera, sarebbe stato necessario fare molti test veloci, usare le tecnologie di tracciamento dei contatti tramite cellulare e isolare dai nuclei familiari le persone infette. Le abitazioni sono state il “luogo per eccellenza della diffusione della patologia” ha scritto il professor Ravagnan, che ha spiegato:
Le famiglie sono spesso impossibilitate sia a gestire il contagiato sia a evitare cluster familiari che diventano poi talvolta di condominio. Il fattore di riproduzione può essere invece abbattuto in tempi brevi ospitando i soggetti nei Covid hotel in condizioni di quarantena assistita, con costi ridotti rispetto a quelli di un eventuale ricovero ospedaliero.
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Un’alternativa al lockdown è ancora possibile?
Secondo i ricercatori firmatari di Lettera150, il Case finding e Mobile Tracing sono realmente misure efficaci per contrastare la diffusione del virus, un’alternativa al lockdown ancora possibile, ma che il Governo ha ignorato allora e continua tutt’ora a ignorare. “Ancora una volta il governo non ha ascoltato gli scienziati e alla fine, dopo aver perso mesi preziosi tra la prima e la seconda ondata, ha dovuto imboccare la strada arcaica del lockdown”, commenta Giuseppe Valditara, coordinatore di Lettera 150. “Il documento sul metodo Cfmt dimostra analiticamente che altre soluzioni erano e sono possibili”.
Qui il testo integrale della lettera.
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