L’operazione Mondo di Mezzo forse è più conosciuta dai più con il nome di Mafia Capitale. Per anni la città di Roma è stata teatro di criminalità, organizzazioni a delinquere e collusione. Le indagini, svolte dal Ros dei Carabinieri e dalla Polizia di Stato, sono iniziate nel 2012 e terminate a luglio 2017. I mille giorni di Mafia Capitale (o Mondo di Mezzo) portano all’arresto del boss Massimo Carminati, Salvatore Buzzi, e altri rappresentanti della pubblica amministrazione romana.
Quest’oggi, sono stati confiscati a Massimo Carminati e Salvatore Buzzi, principali imputati nel maxiprocesso Mondo di Mezzo, beni con un valore complessivo di circa 27 milioni di euro. Tra i beni, confiscate 4 società operanti nei settori immobiliare e del commercio di prodotti petroliferi, 13 unità immobiliari e un terreno a Roma e in provincia, 13 automezzi e 69 opere d’arte di importanti esponenti della scena artistica della seconda metà del XX secolo (Pop Art, Nouveau Réalisme, Futurismo e Surrealismo). Il provvedimento è stato eseguito dalla Guardia di finanza di Roma.
Operazione Mondo di Mezzo, il provvedimento
I militari del comando provinciale della Guardia di finanza di Roma hanno eseguito la confisca definitiva di beni a Massimo Carminati, Riccardo Brugia, Roberto Lacopo, Salvatore Buzzi, Agostino Gaglianone, Fabio Gaudenzi, Cristiano Guarnera e Giovanni De Carlo, tutti arrestati, nel dicembre 2014 nell’ambito del maxiprocesso Mondo di Mezzo.
La confisca dei beni è l’epilogo delle indagini patrimoniali svolte nei confronti degli indagati e dei loro “prestanome”. Ricostruendo il curriculum criminale degli indagati e accertando la sussistenza della loro pericolosità sociale, gli specialisti del Gico hanno potuto rilevare la sproporzione tra i redditi dichiarati e i patrimoni accumulati nel tempo, necessaria affinché il Tribunale emettesse i decreti di sequestro, su richiesta della Procura della Repubblica, eseguiti a partire dalla fine del 2014.
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Mafia Capitale, le confische a Carminati e Buzzi
Massimo Carminati, in relazione alle vicende dell’operazione Mondo di Mezzo, è stato condannato per associazione a delinquere, traffico di influenze illecite e corruzione. Il suo nome era già conosciuto dalle autorità per i trascorsi nei Nuclei Armati Rivoluzionari di estrema destra, la “Banda della Magliana” e il furto al caveau della Banca di Roma presso la Città Giudiziaria, commesso tra il 16 e il 17 luglio 1999. A Carminati sono state confiscate due ville a Sacrofano e opere d’arte per un valore di oltre 10 milioni di euro.
Salvatore Buzzi, imprenditore a capo dell’ampia rete di cooperative coinvolte nell’inchiesta e condannato per associazione a delinquere, traffico di influenze illecite e corruzione, ha visto confiscare beni per un valore di oltre 2,6 milioni di euro, oltre a due immobili a Roma e quote e patrimonio di due società.
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