Il piano del Viminale interviene per la sicurezza dei cittadini. Affinché si possa garantire che le misure dell’ultimo Dpcm, quelle presentate da Conte in conferenza stampa lo scorso 3 dicembre, vengano rispettate, è necessario il pugno di ferro. Lo Stato fa sapere di essere pronto a intervenire con qualsiasi mezzo necessario nei giorni di Natale: da droni per controllare le piazze e le vie più frequentate, a posti di blocco in stazioni e autostrade.
Arriva il piano del Viminale per i controlli
Il rischio di una terza ondata a gennaio è una mina vagante e la necessità di tenere la situazione sotto controllo è impellente. Il piano del Viminale, molto simile a quello cui si è ricorsi durante le ultime vacanze pasquali, consisterà in:
- Posti di controllo con sistema a imbuto, quindi senza possibilità di fuga, sulle strade e le arterie principali
- Blocchi ai varchi aeroportuali e ferroviari con maggior attenzione ai treni a lunga percorrenza provenienti dall’estero
- Droni che sorvoleranno sulle grandi città con lo scopo di vigilare, impedire e bloccare eventuali assembramenti in piazze o nelle vie più battute.
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Piano del Viminale: interviene anche l’esercito
Insieme a Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza collaborerà anche l’esercito. Lo fa sapere il Viminale mentre assicura i prefetti che potranno far affidamento su la task force congiunta dei Carabinieri, della Polizia e della Guardia di Finanza, cui saranno da supporto anche le forze militari già in strada per l’operazione `Strade sicure´.
Inoltre, si sottolinea che si rende inderogabile un intervento più autorevole e risoluto nel weekend del 20 dicembre, nella notte della vigilia di Natale, e ancora di più durante quella di San Silvestro in cui festeggiamenti abusivi sembrano più probabili. Direttive molto rigide e che, almeno nel limitare il movimento dei cittadini, sembrano altrettanto efficaci.
Piano Viminale, ma dov’è la libertà dei cittadini?
Continuiamo ad accettare disposizioni e direttive dall’OMS, dal nostro Governo, dal nostro Presidente del Consiglio, abbiamo trascorso mesi chiusi in casa e continuiamo a fare ciò che ci viene imposto, non richiesto. Ma è davvero necessario l’uso coercitivo di potere? È necessario ricorrere a blocchi per strada, droni e persino all’esercito?
È giusto riflettere, ma non si vuole giudicare in questa sede se il ricorso a tali espedienti e mezzi sia giusto o meno. Piuttosto, si vuole qui dar voce a quella fame di libertà e quella sensazione, amara, che alle ultime direttive si è generata inesorabilmente: riprendere in mano la nostra libertà ha il sapore dell’utopia. Mentre il piano del Viminale fa tornare alla mente quel clima d’oppressione che tanto ricorda l’atmosfera vista in molti film girati sulla Germania dell’Est della DDR, ci si interroga se, una volta sconfitta la pandemia, si tornerà davvero alla ‘normalità’ e se mai potremo dirci di nuovo liberi davvero.
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