Francesco Giuffrè, regista teatrale e docente di discipline teatrali, dirige e insegna anche al Teatro Patologico, un luogo magico di inclusione e guarigione. Un luogo pensato e creato dall’attore e autore Dario D’Amobrosi in cui, attraverso l’arte del palcoscenico, ragazzi con disabilità mentali trovano finalmente il loro posto e possono esprimersi.
Il grande amore di Giuffrè per il teatro, ereditato da suo padre Carlo, e la sua grande sensibilità ed empatia fanno del suo racconto di questo posto speciale una storia bellissima. È una di quelle storie nascoste che quando le scopri si spalanca il cuore, si ristora l’anima.
È la storia di un gruppo di persone che insieme accendono la magia del teatro con persone speciali. Un gruppo che dà vita a quella quarta dimensione, a quel mondo parallelo creato da immaginazione e fantasia includendo persone che finalmente vengono considerate non per le loro disabilità ma per le loro capacità, dopo essere state invisibili, dimenticate, ignorate.
Come è nato il Teatro Patologico
Tutto cominciò nel 1992 quando Dario D’Ambrosi, attore ed autore teatrale, dopo aver indagato per anni il mondo della disabilità mentale, decise di dar vita ad un laboratorio teatrale a Roma per le persone con disagi psichici chiamandolo Teatro Patologico.
L’incontro con Francesco Giuffrè arriverà anni dopo e la loro collaborazione ha dato vita ad una compagnia stabile di veri attori professionisti che hanno messo in scena diversi lavori. La loro bravura e l’enorme successo dei loro spettacoli li hanno portati in giro per il mondo fino in Australia. Nel frattempo è nata Radio Patologico ed anche il primo corso universitario di discipline teatrali per ragazzi speciali. Francesco Giuffrè, Dario D’Ambrosi e Alessandro Corazzi inoltre hanno ricevuto il riconoscimento speciale Books for Peace 2020.
Tutto si sostiene grazie a donazioni e agli sforzi delle persone che collaborano a questa realtà meravigliosa. La pandemia purtroppo ha reso le cose ancora più difficili ma il Teatro Patologico non demorde, va avanti tenace.
L’incontro e il colpo di fulmine
Francesco Giuffrè racconta:
Da lì il contatto, spiazzante come un colpo di fulmine, con Dario D’Ambrosi e i suoi ragazzi speciali. Francesco Giuffrè ricorda il primo di loro che gli si fece incontro in un corridoio affollato, Paolo Akira Vaselli, l’attore che avrebbe poi interpretato Akàkij Akàkievič ne “Il Cappotto” di Gogol e Ulisse ne “l’Odissea – il viaggio di Ulisse”, l’ultimo lavoro della compagnia. Giuffrè racconta:
La prima lezione e la vittoria del Festival Teatro Patologico
Completamente a suo agio grazie al benvenuto di Paolo, Francesco Giuffrè entrò nella meravigliosa sala del Teatro patologico dove potè assistere per la prima volta ad una lezione del laboratorio teatrale. Racconta:
Nel frattempo Dario D’ambrosi aveva invitato il regista a partecipare al Festival Teatro Patologico, un festival che Francesco Giuffrè vinse con “Delitto e Castigo”, messo in scena con una compagnia di suoi studenti.
La compagnia stabile
Francesco Giuffrè continua il suo racconto:
Ma come si fa ad entrare a far parte della compagnia? Il regista risponde:
Tuttavia, in casi eccezionali in cui un ragazzo o una ragazza dimostrino di avere attitudini particolari il percorso si accorcia, come è successo con Carlo che è passato dal corso universitario ad essere attore della compagnia stabile. Una compagnia che, Francesco Giuffrè tiene a sottolineare, ha le regole di una compagnia professionale:
Il corso universitario
Di pari passo alla nascita della compagnia del Teatro Patologico, Dario D’ambrosi con l’aiuto del MIUR e dell’Università di Roma di Tor Vergata è riuscito a realizzare un vero e proprio corso universitario in discipline teatrali per ragazzi con disabilità mentali. Un’idea rivoluzionaria che purtroppo in questo momento è sospesa a causa del Covid, ma che con le riaperture darà di nuovo il diritto ai ragazzi speciali di ottenere anche una laurea. Francesco Giuffrè ne è uno dei docenti e racconta che:
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L’approccio del regista Francesco Giuffrè con i ragazzi del Teatro Patologico
Francesco Giuffrè spiega molto chiaramente il suo approccio: non è lui ad andare verso i ragazzi, quasi a concedere eccezioni per via delle loro disabilità, ma il contrario:
Francesco Giuffrè racconta come per esempio Daniele, uno dei ragazzi, nel “Don Chisciotte” doveva attraversare il palco in orizzontale più volte e non ci riusciva. Tendeva a trovare percorsi più protetti, vicino alle quinte o alle pareti. Il regista però ha voluto insistere e la sfida è stata vinta:
Teatro Patologico, luogo di guarigione e inclusione
Le sfide vinte sul palco con i ragazzi speciali sono per la vita. Il teatro è una terapia, un luogo di guarigione e inclusione. In un podcast di Radio Patologico, Alessio, uno dei ragazzi, spiega quanto sia importante per lui e per i suoi compagni fare teatro per superare i propri limiti.
L’esperienza in teatro per lui è una forma di espressione artistica che può essere usata sia nel quotidiano nella gestione delle emozioni e delle situazioni, sia come terapia per superare i propri limiti, in modo che non ci siano più. Alessio spiega che il teatro aiuta a:
Terapia ed inclusione sono le parole chiave di questo luogo magico dove le differenze tra chi è “normale” e chi no vengono cancellate. Geniali, a tal proposito, la maglietta del Teatro Patologico e la felpa in vendita per raccogliere fondi con su scritto: “Io sono un po’ matto, e tu?”.
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Una vera Odissea, l’ultimo spettacolo del Teatro Patologico
Sembra uno scherzo della sorte il fatto che la compagnia del Teatro Patologico diretta da Francesco Giuffrè allo scoppio della pandemia stesse preparando lo spettacolo “Odissea – il viaggio di Ulisse“. Una vera e propria odissea infatti è stato portarla in scena, dopo la sospensione delle prove per il lockdown e la chiusura dei teatri.
La determinazione dirompente di Dario D’ambrosi e di tutto il gruppo di lavoro ha fatto sì che lo spettacolo sia andato in scena nonostante tutto a luglio sulla spiaggia di Ostia. Un grande successo non solo per esserci riusciti ma soprattutto per l’interpretazione straordinaria di tutti gli attori.
La storia dello spettacolo è stata seguita e filmata dal giornalista e regista Domenico Iannacone che ne ha raccolto i passaggi nel suggestivo documentario-film “L’Odissea” andato in onda su Rai3 lo scorso 2 aprile.
Con le prossime riaperture la compagnia riprenderà le prove e riporterà in scena lo spettacolo il prossimo luglio. Francesco Giuffrè e tutto il Teatro Patologico non vedono l’ora di tornare insieme per proseguire la loro avventura che oltre ad arricchirli a livello professionale lo fa soprattutto a livello umano.