Hanoi, 1 maggio. Mi appresto a chiudere il lavoro per cui sono arrivato in Vietnam nei giorni di festa che iniziano il 30 Aprile, con il 46º anniversario della Liberazione del Paese e la festa dei lavoratori del 1º Maggio.
Sono orgoglioso di questo progetto che ci vede impegnati in prima linea nell’empowering delle lavoratrici e dei lavoratori!
Vietnam, viaggio nella vita proletaria
Sono fiero di aver portato a compimento questo lavoro nel pieno di una pandemia mondiale e felice di aver vissuto questi mesi in uno dei paesi più sicuri al mondo in merito alla gestione della pandemia. Anche questa volta la ricerca ha portato allo scoperto risultati importanti, che consentono di conoscere dettagliatamente lo sfruttamento delle lavoratrici e dei lavoratori in fabbrica.
Mesi fa abbiamo iniziato a perlustrare diversi distretti industriali con il Dott. Do Ta Khanh, abbiamo attraversato i parchi industriali, i villaggi che si ergono intorno alle fabbriche affollati di angusti dormitori, costruiti ad hoc affinché le operaie e gli operai li possano abitare in funzione dei ritmi di fabbrica.
Abbiamo attraversato parchi industriali e villaggi in costruzione, ne abbiamo studiato le strutture e abbiamo indagato come il sistema di produzione capitalista determina fin dalle fondamenta l’organizzazione della vita dei proletari.
Leggi anche: Vietnam: “Questi sono i costi del progresso che stiamo inseguendo”, la denuncia di Parsifal Reparato
Vietnam, abbiamo incontrato centinaia di operaie e di ex operaie
Ma soprattutto, con l’instancabile Phuong Minh Nguyen, abbiamo incontrato centinaia di operaie ed ex operaie: con loro abbiamo condiviso momenti ricchi di conoscenza, in cui il sapere operaio ha preso forma e si è espresso creativamente. Le storie che ho raccolto sono storie di resistenza, ricche di dignità, rabbia, coraggio, amore e tanta ironia.
E raccontato le storie con resistenza e ironia
Le narrazioni che si sono avvicendate, come per magia riuscivano sempre a mantenere una certa ironia, qualunque fosse il tema affrontato. Nonostante le difficoltà linguistiche, nonostante la pandemia e le regole di sicurezza che ci hanno ostacolato il lavoro, nessuno ha mai perso la voglia di ironizzare su situazioni più o meno difficili.
La voglia di conoscere, giocare con il sapere, trovare lo stimolo per lottare insieme sono stati ingredienti fondamentali per trovare la chiave d’accesso per realizzare questo lavoro.
Leggi anche: Dal Vietnam una riflessione su come cambia il mondo di oggi
Gli spazi angusti nei dormitori, i problemi familiari e i sogni di ognuno..
Gli spazi angusti dei dormitori, il duro lavoro, i problemi familiari e i sogni di ognuno di noi – che a volte si realizzano e molte volte svaniscono – sono diventati il collante per raccontare lo sfruttamento nei minimi dettagli.
Questo progetto è stato un avvicendarsi di imprevisti degni di una situazione critica a livello mondiale, parte della squadra di lavoro è rimasta a casa e in Vietnam ho dovuto reinventarmi un nuovo team… ci sarà tempo per raccontare anche questo.
Con o senza pandemia continueremo a lottare contro le ingiustizie
Ma nonostante tutto, scavare per trovare la verità al fondo delle ingiustizie è la cosa più gratificante che si possa fare al mondo, con o senza pandemia!
Sono grato al prof. Pietro Masina per avermi coinvolto in un’altra ricerca tanto significativa, per me fonte di conoscenza che ha ulteriormente forgiato il mio spirito nella ostinata lotta contro il più ingiusto sistema di produzione e sfruttamento che oggi dilaga su scala mondiale. Sono grato e onorato di aver collaborato ancora una volta con la dott.ssa Michela Cerimele alla realizzazione della ricerca di campo e alla scrittura del prossimo documentario che vedrà la luce.
Felicissimo di aver collaborato con le istituzione vietnamite e soprattutto con il sindacato, che man mano porta avanti le istanze delle lavoratrici e dei lavoratori in una relazione dialettica in seno al Partito Comunista.
Oggi finalmente mi godo un giorno di riposo e celebro le eroine e gli eroi che ogni giorno sacrificano le loro vite per garantire il pane per sé e per i propri figli.
Oggi come ieri che sia un Primo Maggio di lotta e che la classe operaia possa ritrovare se stessa in questi tempi così bui in ogni angolo del mondo!
Leggi anche: Vi racconto il Tết: cos’è il capodanno lunare in Vietnam