giovedì, 30 Gennaio 2025
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Perché Giuseppe De Donno si è suicidato? Due mesi fa le dimissioni da primario

Non si conoscono le motivazioni che hanno spinto Giuseppe De Donno a suicidarsi. Il medico aveva speso tante energie nella cura del plasma iperimmune, rivelatasi inefficace per la medicina ufficiale.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.

Giuseppe De Donno, ex primario di pneumologia all’ospedale Carlo Poma di Mantova, si è suicidato. Nel pomeriggio di martedì 27 luglio è stato trovato dai parenti nella sua casa di Eremo, frazione del comune di Curtatone.

Il medico era stato il primo ad aver curato i pazienti Covid con trasfusioni di sangue iperimmune. Pare che, come fanno sapere i carabinieri, non abbia lasciato nessuno scritto con un messaggio d’addio.

Intanto gli uomini del colonnello Antonello Minutoli, comandante dei carabinieri di Mantova, stanno indagando per escludere eventuali responsabilità di terzi.

Chi era Giuseppe De Donno

giuseppe de donno_cause suicidio

Giuseppe De Donno aveva 54 anni. Due mesi fa si era dimesso dall’ospedale Carlo Poma di Mantova, dove lavorava come primario di pneumologia, e dal 7 luglio esercitava la professione di medico di base a Porto Mantovano.

L’uomo viveva con la moglie Laura e due figli: Martina, consigliere comunale a Curtatone, ed Edoardo.

Diplomato al liceo classico e laureato in Medicina e Chirurgia all’università di Modena con 110 e lode, dopo diversi corsi di perfezionamento in fisiopatologia e allergologia, aveva ottenuto la specializzazione nel 1996.

Dal 2010 al 2013 è stato responsabile del “Programma di assistenza domiciliare respiratoria ad alta intensità per pazienti dipendenti della ventilazione meccanica domiciliare” e nel 2013 è diventato dirigente medico della struttura di Pneumologia e Unità intensiva respiratoria delle Aziende Socio Sanitarie Territoriali Carlo Poma, strutture in grado di fornire prestazioni sanitarie di lungo periodo.

Giuseppe De Donno e la terapia del plasma iperimmune

giuseppe de donno_terapia plasma

Giuseppe De Donno nella primavera dello scorso anno, insieme a Massimo Franchini, primario della Immunoematologia e Trasfusionale del Carlo Poma, aveva iniziato a trattare i pazienti affetti da Covid-19, che arrivavano all’ospedale di Mantova, con la terapia del plasma iperimmune.

Nelle fasi iniziali della malattia questa pratica era risultata efficace e agli inizi dell’esplosione della pandemia era l’unica arma contro il coronavirus.

Sulla terapia e riguardo a De Donno si scatenarono accese polemiche perché non tutti nel campo della medicina erano fautori della sua teoria, per la quale riuscì comunque ad ottenere un sperimentazione del metodo presso l’Università di Pavia.

Infine la medicina ufficiale ritenne che la cura del plasma iperimmune non fosse la più indicata per il Covid, anche se di fatto agli inizi riuscì a guarire molte persone.

Suicidio De Donno. Il direttore dell’Asst di Mantova: “Aveva investito molto sulle ricerche del plasma”

Il direttore dell’Asst di Mantova nel ricordare il collega ha provato a dare una spiegazione al terribile gesto di Giuseppe De Denno, il quale aveva investito molto nella cura del plasma iperimmune, che secondo studi e ricerche internazionali si era rivelato inefficace, alla stessa stregua di un placebo.

Ecco cosa ha detto il direttore dell’Asst, come riporta Il Giornale:

Durante la prima ondata del Covid aveva dato il meglio di se stesso ed era davvero apprezzato sia dai colleghi medici che dalle centinaia di pazienti che hanno avuto a che fare con lui.

Aveva investito moltissimo anche nelle ricerche sul plasma, cura che ora è stata abbandonata ma che nonostante tutto aveva dato i suoi frutti. L’abbandono del plasma per altre cure per lui è stato sicuramente un colpo decisamente difficile da gestire.

Le polemiche sulla morte di Giuseppe De Donno

Riguardo alla morte del medico Giuseppe De Donno si sono accese numerose polemiche. Tanti sui social hanno espresso la loro opinione sulla vicenda e sulle motivazioni che avrebbero portato al suicidio l’ex primario. Ecco cosa ha detto il cantante Red Ronnie:

Lo hanno lasciato solo, lo hanno ucciso. De Donno è una vittima di quelli che hanno deciso questo scempio a cui stiamo assistendo, dovrebbe essere fatto santo.

Lo psichiatra Alessandro Meluzzi ha commentato così su Twitter la scomparsa di De Donno:

De Donno è morto perché non era uno di loro, ma non illudetevi, potete uccidere un uomo ma non le sue idee

Dello stesso parere anche il cantante Andrea Ruggeri:

Messo a tacere, delegittimato, deriso, escluso dai programmi tv.

La sua cura aveva solo un difetto: costava pochissimo. Come disse De André siamo tutti coinvolti in questa tragedia, che è anche la nostra.

Leggi anche: Covid-19, rapporto Aifa/Iss: “Plasma iperimmune non è efficace su pazienti gravi”

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Michela Sacchetti
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Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.

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