Ballottaggio Roma. In attesa che si giunga alla conclusione delle elezioni e si delinei il nuovo futuro politico e amministrativo di Roma si stanno facendo congetture e c’è chi come Calenda assume posizioni che a detta dell’ex premier Giuseppe Conte risultano arroganti.
Questo è il momento delle trattative in corso per cercare di convogliare i voti degli esclusi al ballottaggio verso l’uno o l’altro partito dei favoriti. In questo clima i voti della lista Calenda, che ha raggiunto il 19% dei consensi, farebbero comodo sia al centrodestra con Michetti che al centrosinistra capeggiato da Gualtieri.
Ballottaggio Roma: il ruolo di Carlo Calenda
Ballottaggio Roma: è tempo di schierarsi. Il primo è stato Carlo Calenda, leader di Azione, che intervistato a Otto e mezzo si La7 ha espresso l’intenzione di votare per Roberto Gualtieri. Quest’ultimo il giorno dopo le elezioni aveva confermato la posizione di non offrire un posto in giunta al M5S, dichiarazione commentata positivamente dallo stesso Calenda su Twitter.
Il leader di Azione è stato chiaro nel suo intervento e ha detto la sua su Michetti, oltre a sottolineare di non identificarsi neanche con il programma di Gualtieri:
Michetti non ha un programma. L’ex ministro mi corrisponde di più.
Ma non è un’indicazione di voto urbi et orbi. La stragrande maggioranza dei miei voti venivano da sinistra o non collocati. E avendoli presi con una lista civica, voglio essere chiaro: questa è la scelta di Carlo Calenda, che non mette in discussione i tanti dubbi che ho sulla classe dirigente e sul programma di Gualtieri.
Su Michetti l’eurodeputato ci va giù pesante:
Trovo estremamente sbagliato bollare la destra come neofascista, è un modo per radicalizzarla: Michetti è stato votato da tantissime persone, il suo problema non è che sia neofascista, ma il problema di Michetti è che è totalmente incapace.
Quindi il punto su cui battere Michetti è che non c’è un programma per Roma. Quello di Gualtieri invece è troppo conservatore.
Ballottaggio Roma: il ruolo di Azione potrebbe crescere
Il risultato ottenuto a Roma da Azione, il partito di Carlo Calenda, è ottimo perché pur essendo fuori dai giochi politici, non avendo appoggi da parte di nessuna coalizione, risulta essere il primo partito nella Capitale. Di conseguenza il suo peso politico diviene notevole.
Questo risultato lascia presagire che Azione potrebbe ambire ad un una prospettiva più ampia. Se pensiamo che dall’uscita dell’europarlamentare dal PD e dalla fondazione di un nuovo partito sono passati solo due anni c’è da credere che in futuro possa crescere ulteriormente.
Azione si presenta con una spinta progressista e riformista, facente riferimento al socialismo liberale di Carlo Rosselli, opposto rispetto ai partiti della sinistra del suo tempo d’ispirazione marxista.
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