Vorrei dire al Signor Ferrero che io mangerei la Nutella anche se contenesse l’olio di motore.
Qualche tempo fa, quando l’olio di palma divenne il nemico numero 1 dei consumatori, questa frase era il meme più condiviso sulle bacheche Facebook degli italiani peccatori di gola. Perché, diciamolo, un mondo senza la famosa crema spalmabile, noi faticheremmo a immaginarlo. Ma consumo vuol dire irrimediabilmente produzione di rifiuti, e dolci e merendine, con i loro imballaggi, contribuiscono a peggiorare le già poco piacevoli condizioni dell’ambiente. Almeno fino ad ora. La Ferrero ha deciso di portarsi al livello successivo nella lotta all’inquinamento. Già all’epoca delle battaglie contro l’olio di palma, l’azienda riuscì a dimostrare che i suoi prodotti erano realizzati nel modo più ecosostenibile possibile, ma adesso è il momento di una nuova svolta green. Oltre che il contenuto, presto saranno ecologici anche gli imballaggi: entro il 2025 tutte le confezioni saranno riutilizzabili, riciclabili o compostabili. Nel decimo Rapporto di Responsabilità Sociale del Gruppo, Ferrero ribadisce il suo impegno nel contribuire positivamente al bene del pianeta e delle persone. “Responsabilità Sociale” è il leitmotiv di questa manovra, “Condividere valori, per creare valore” il suo slogan. Altra azione emblematica è la firma apposta dalla Ferrero sul New Plastics Economy Global Commitment, l’impegno promosso dalla Ellen MacArthur Foundation per uno sviluppo di un’economia circolare per la plastica. Nel prossimo futuro vedremo i frutti di questa nuova strategia di riprogettazione e innovazione. Leggi anche: Green economy: l’emergenza ambientale porterà oltre 3 milioni di posti di lavoro di Marianna Chiuchiolo