Ingegnere morto ad Amsterdam. Si tratta di Paolo Moroni, 42 anni, originario di Allumiere, in provincia di Roma. L’uomo si era trasferito ad Amsterdam da alcuni anni, dove lavorava come ingegnere informatico.
Il decesso sarebbe avvenuto il 27 gennaio e in seguito la Farnesina ha avvisato la famiglia, titolare di un ristorante nel centro della provincia di Roma, che da qualche giorno non riusciva a contattarlo.
Sembrerebbe che si sia trattato di una morte violenta per questo le indagini stanno prendendo in considerazione l’ipotesi di omicidio. Sulla vicenda sta indagando sia la polizia olandese, che quella italiana, e nei prossimi giorni sarà disposta l’autopsia che potrebbe chiarire i dubbi sulla causa della morte dell’ingegnere.
Chi era Paolo Moroni, l’ingegnere morto ad Amsterdam
Paolo Moroni, l’ingegnere morto ad Amsterdam, dopo la laurea alla Sapienza e il master all’Università della Svizzera italiana, aveva deciso di trasferirsi in Olanda per ottenere maggiori opportunità come sviluppatore e ingegnere informatico.
Inizia a lavorare dapprima per l’azienda di monopattini Dott per poi passare alla Hymn, start up per la quale stava collaborando fino a prima del decesso. Ha subito due lutti importanti in famiglia, uno dei quali, lo zio Cesare, è morto durante una battuta di caccia e a cui gli è stata dedicata anche una piazza del paese.
Il fratello e la sorella hanno raccontato agli investigatori che durante l’ultima telefonata avevano parlato delle foto fatte la scorsa estate e Paolo era parso molto tranquillo tanto che nulla faceva presagire qualcosa di ambiguo. Il sindaco di Allumiere, Antonio Pasquini, ha così commentato la morte di Paolo Moroni, l’ingegnere morto ad Amsterdam:
Tutta la comunità è distrutta, è stato un fulmine a ciel sereno, una vera tragedia. Ho fatto visita ai familiari e sono distrutti, non riescono ancora a comprendere cosa sia accaduto. Sono una famiglia straordinaria, da sempre disponibile nei confronti dei meno fortunati, anche durante il periodo del Covid.
Come comunità siamo loro vicino, come loro sono sempre stati vicini alla comunità. Ora tutti vogliamo che si faccia chiarezza, vogliamo sapere cosa è accaduto al nostro concittadino. Con le belle giornate lo si vedeva spesso sulle scale con il computer a lavorare in smart working. Era il nostro fiore all’occhiello, poteva essere un orgoglio italiano e internazionale.
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