sabato, 18 Gennaio 2025
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Cani addestrati riconoscono i positivi al Covid con la stessa sensibilità dei tamponi

Alcuni cani sarebbero in grado di riconoscere i positivi al Covid grazie al loro fiuto: la conferma è arrivata da uno studio multicentrico italiano "C19-screendog”, coordinato dall'Università Politecnica delle Marche.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.

I cani riconoscono i positivi?

Alcuni cani sarebbero in grado di riconoscere i positivi al Covid grazie al loro fiuto: la conferma è arrivata da uno studio multicentrico italiano “C19-screendog”, coordinato dall’Università Politecnica delle Marche. Si tratta di animali addestrati: l’obiettivo dei test è realizzare un protocollo di addestramento di cani specializzati nel riconoscere positivi e dimostrare l’attendibilità di questo sistema di screening su persona, senza prelievo di campioni biologici da far annusare.

Il fiuto finissimo dei cani, preparati da cinofili esperti, è stato in grado di rilevare la positività anche nella fase dei test nei drive in, in situazioni reali, con specificità e sensibilità comparabile ai tamponi antigenici rapidi. Stando ai risultati riportati dall’università, in 5 mesi il test sarebbe stato utilizzato in 1.251 soggetti (vaccinati e non), di cui 206 positivi, ed è emersa una sensibilità dei cani specializzati tra il 98% e il 100%, anche superiore a quella dei test antigenici rapidi.

Cani riconoscono i positivi: le fasi dello studio

Cani riconoscono i positivi: le fasi dello studio

Cani riconoscono i positivi. L’Ateneo che ha condotto lo studio ha spiegato come ricerche scientifiche pubblicate recentemente su riviste internazionali abbiano dimostrato che i cani da rilevamento siano in grado di riconoscere campioni di sudore ascellare di persone positive allo stesso modo dei migliori test rapidi.

Anche durante lo studio dell’Università Politecnica delle Marche, sono stati raccolti campioni di sudore per l’imprinting (la formazione) nei drive in di Macerata e Sassari (Area Vasta 3 e Assl Sassari). Dopodiché i campioni sono stati collezionati e conservati nei laboratori di ricerca della Politecnica delle Marche e dell’Ats di Sassari. Poi, c’è stata la fase di imprinting dei cani: gli animali sono stati educati dai cinofili a distinguere i test positivi da quelli negativi e a segnalare, sedendosi, solo i positivi, seguendo uno specifico protocollo.

Infine, la fase più importante, quella di validazione del test al drive in, attraverso la quale si è dimostrato che i cani sono in grado di segnalare i positivi in una situazione reale, in cui non viene più annusato il tampone, ma la persona stessa.

Lo studio non ha avuto un impatto negativo sui cani

Cani riconoscono i positivi: lo studio è stato promosso da Maria Rita Rippo dell’Univpm. Il protocollo, invece, è stato ideato da Roberto Zampieri, fondatore dell’associazione cinofila “Progetto Serena Onlus”. A introdurre la presentazione sono stati il rettore Univpm Gian Luca Gregori, il pro-rettore Andrea Spaterna, la dott.ssa Daniela Corsi (direttrice Area Vasta 3), Franco Dettori (Dipartimento di Prevenzione ASL Sassari).

Grazie alla collaborazione dei ricercatori veterinari dell’Università di Camerino, all’interno dello studio è stato analizzato anche il benessere dei cani in tutte le fasi dell’indagine: è emerso che nessun indicatore comportamentale di stress, stanchezza o esaurimento è stato rilevato, neanche durante la sessione di screening, e che quindi questa attività non ha avuto un impatto negativo sul benessere del cane.

Leggi anche: Vaccino Covid può creare alterazioni nel ciclo mestruale: studi lo confermano

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Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.

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