Oggi tutti i Paesi del mondo sono impegnati nella lotta contro i cambiamenti climatici, per ridurre l’inquinamento e tentare di salvare il pianeta. Per ottenere risultati è necessario ripensare la società attraverso una transizione ecologica consistente in un cambio da un sistema basato su petrolio, carbone e gas verso le energie rinnovabili.
Per realizzare questo cambiamento è necessaria una strategia. In Italia tale compito è stato affidato al Ministero della Transizione Ecologica (MiTE), creato appositamente per coordinare i piani di sviluppo sostenibile.
Secondo Roberto Cingolani, ministro del MiTE, l’85% dell’energia usata proviene da fonti come petrolio e derivati. Per il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima l’Italia entro il 2030 dovrà arrivare al 55% di fonti rinnovabili, tanto che buona parte dei fondi previsti con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), verranno investiti per lo sviluppo delle energie sostenibili.
Transizione ecologica, un budget pari a un terzo del Pnrr
La transizione ecologica riguarda i seguenti punti:
- fonti energetiche rinnovabili
- zero emissioni per una mobilità green
- agricoltura sostenibile
- stop alle trivelle per l’estrazione combustibili fossili
- tutela della biodiversità e dell’ambiente
Il Pnrr rappresenta una parte del programma dell’Unione europea Next GenerationEU, fondo per la ripresa noto come il Recovery Fund, da 750 miliardi dei quali 191,5 destinati all’Italia, e di cui 70 miliardi a fondo perduto e 121,5 sotto forma di prestiti.
Il piano è ripartito in 6 missioni. La numero 2 è definita “Rivoluzione verde e transizione ecologica” a cui si aggiungono le altre dedicate alla digitalizzazione, alle infrastrutture per una mobilità sostenibile, all’istruzione e ricerca, all’inclusione sociale e alla salute.
A ognuna di queste missioni è stato assegnato un budget. Alla numero 2, di pertinenza del Mite, è stato assegnata una spesa maggiore di 59,46 miliardi di euro, che rappresenta quasi un terzo dell’intera somma destinata al Pnrr.
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