Ora è allarme radiazioni nucleari. “L’Europa deve svegliarsi, vogliamo allertare il mondo sul fatto che nessun Paese al di fuori della Russia aveva mai sparato contro centrali nucleari. Questa è la prima volta nella nostra storia”, aveva detto il Presidente ucraino Zelensky subito dopo l’attacco alla centrale Zaporizhzhia di questa notte.
Le voci che arrivano da Energodar, però, sono piuttosto rassicuranti: a quanto pare non c’è stata nessuna fuga radioattiva e, per motivi di sicurezza, dei sei reattori presenti soltanto uno è in funzione.
Nonostante questo, quando si è diffusa la notizia dell’attacco russo a Zaporizhzhia, è arrivato il monito di Umberto Tirelli, oncologo e direttore scientifico del Tirelli Medical di Pordenone. Ecco cosa ha detto all’Adnkronos Salute.
“Radiazioni nucleari nocive anche a bassi dosaggi”
“Le radiazioni nucleari che possono essere emesse da una centrale nucleare danneggiata sono nocive per l’uomo anche a bassi dosaggi e fanno danni a lungo termine. In Ucraina ci sono 15 centrali nucleari attive. Evidentemente il rischio che possano essere colpite accidentalmente o volontariamente in una situazione di guerra c’è, perché non esistono le bombe intelligenti”, ha detto l’oncologo Tirelli. Che poi ha ribadito:
Una nuova Chernobyl non può essere esclusa in uno scenario di guerra. Le radiazioni di questo genere colpiscono le cellule alterando il Dna. Le persone più vicine alla fonte di radiazione muoiono, come è successo a Chernobyl per le persone che hanno lavorato là dopo l’incidente e hanno cercato di riparare il danno.
Ma anche le persone più lontane subiscono irradiazioni che possono causare molti problemi, in particolare oncologici. Organo bersaglio è la tiroide che assume lo iodio radioattivo. Ma anche il midollo può essere colpito, con il rischio di leucemie, più temibili per la maggiore mortalità: il cancro alla tiroide, infatti, può essere curato nel 90% dei casi.
Tirelli: “Momento di fragilità sul piano sanitario in Ucraina”
Tirelli ha poi ricordato quanto le radiazioni nucleari possano essere “dannose anche in dosi piccole”, specie andando ad aggiungersi “agli altri rischi ambientali, dall’alimentazione al radon, gas naturale radioattivo”. E ha concluso aprendo una dovuta riflessione sulla disastrosa condizione del sistema sanitario ucraino. Ha detto:
Mi auguro che non si verifichi mai un incidente del genere che rappresenterebbe un danno nel danno per la popolazione ucraina che sta vivendo un momento di grande fragilità sul piano sanitario e delle possibilità di cura. L’emergenza sanitaria in Ucraina è sotto gli occhi di tutti. Teniamo conto che oggi nel Paese non ci sono interventi chirurgici, non ci sono trattamenti per malattie importanti come il cancro.
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