Donbass: una questione complessa. Secondo il ministro degli esteri russo Lavrov, l’Ucraina sta accettando “lo status di Paese non allineato e non nucleare”, capendo pure che “le questioni di Crimea e Donbass sono definitivamente chiuse”. Lavrov, come riportato dall’agenzia Interfax, ha aggiunto che questo rappresenta “un importante progresso” per i negoziati.
Già ieri, dopo l’incontro in Turchia, il capo negoziatore russo Medinsky aveva parlato di “colloqui costruttivi”, affermando che la Russia avrebbe fatto “passi concreti per la escalation della crisi” e che avrebbe interrotto “l’attività militare vicino a Kiev e Chernikiv”. Promessa, quest’ultima, che non è stata mantenuta: raid russi hanno colpito oggi entrambe le città.
Non solo. Le forze di Mosca si stanno raggruppando ad Est: l’obiettivo è procedere verso “la fase finale della liberazione del Donbass”. Ma i politici ucraini non sembrano volersi arrendere neanche su questo punto, nonostante l’ottimismo di Lavrov sulla questione.
Donbass: raggruppamento truppe in corso per liberarlo
L’accordo tra Russia e Ucraina sembra ancora lontano. La questione più spinosa rimane appunto quella del Donbass, il cui status potrà essere definito probabilmente solo a seguito di un colloquio diretto tra Zelensky e Putin. Come riportato dal negoziatore ucraino David Arahamiya, infatti, sul Donbass ad Istanbul non è stato deciso nulla dato che le due delegazioni “non avevano un mandato politico sufficiente per discuterne”.
Il portavoce della Difesa russa Igor Konaskenkov, nel frattempo, ha riferito che l’esercito di Mosca è avanzato per 8 km in direzione Zolotaya Niva, località del Donbass dove sono in corso combattimenti. Le milizie filorusse del Lugansk continuano invece a portare avanti la marcia su Severodonetsk: scontri violenti sono stati registrati nel villaggio di Zhitlovka.
Continua il botta e risposta Russia-Stati Uniti
Non si placa il botta e risposta a distanza tra i vertici di Russia e Stati Uniti. Ieri, dopo i negoziati in Turchia, la Casa Bianca aveva invitato tutti a recepire con cautela le parole di Mosca sulla pace e ad attendere fatti concreti da parte del Cremlino.
Oggi il ministro degli Esteri russo Lavrov ha detto: “Se parliamo di coloro le cui parole non sono seguite dai fatti, allora non voglio nemmeno citare il numero enorme di esempi in cui gli Stati Uniti hanno detto una cosa, ma hanno fatto abbastanza diversamente”.
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