giovedì, 20 Febbraio 2025
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Ambiente: quanto inquina la fase 2 con le nuove modalità di consumo?

Catiuscia Ceccarelli
Catiuscia Ceccarelli
Catiuscia Ceccarelli, giornalista e imprenditrice, si occupa di personaggi, interviste, attualità e lifestyle. Segni particolari? Mamma di Matilde

Quanti rifiuti siamo in grado di produrre nella Fase 2, tra cibi da asporto dal packaging indispensabile, guanti e mascherine? Parecchi. E dire che nella raccolta differenziata, in Italia, avevamo raggiunto risultati soddisfacenti.

Raccolta differenziata in Italia

In occasione dell’indagine “Comuni Ricicloni 2019”, era emerso che il nostro Paese fosse migliorato il 3% rispetto al passato, per la raccolta differenziata. Siamo bravi nel riciclare la plastica, il vetro e la carta. Meno per quanto riguarda lo smaltimento di batterie usate e alluminio. Secondo Legambiente:

La raccolta differenziata non è che il primo passo propedeutico, ma non sufficiente, per superare i vecchi sistemi di smaltimento.

Leggi anche: Mascherine e guanti in mare: “40 mila kg di plastica in natura, è allarme ambientale”

I rifiuti nella Fase 2

Con l’arrivo della pandemia, siamo stati tutti a casa e in un certo senso, abbiamo dovuto accantonare la raccolta differenziata per l’indifferenziata , al fine di smaltire dispositivi di protezione o qualunque materiale potesse provocare contagi. Con l’inizio della Fase 2, catapultati in una nuova normalità, i rifiuti si moltiplicano e il nostro ambiente soffre. Packaging eccessivi anche per contenere un semplice caffè da asporto nei bar, cibi nei ristoranti delivery e altri materiali magari usa e getta impiegati in diverse attività economiche. Il problema più grande è certamente lo smaltimento delle mascherine e guanti che, ricordiamo ne consumeremo un miliardo al mese. Abbiamo a che fare con tanti contenitori di carta, plastica o imballaggi fatti con materiale riciclabile, in eccessiva produzione anche per la consegna di pochi alimenti. E siamo costretti a gettare tutto inseme e subito, una volta consumato il contenuto. Una attenta riflessione realizzata dal team di Dissapore, ci pone di fronte ad una questione:

La filiera corta della monnezza. Quel tipo di filiera corta però molto poco romantica, o paladina della sostenibilità e della qualità alimentare.

Leggi anche: A Roma arriva FRATTA: il bar finestra per combattere il virus

Come non sprecare la Fase 2?

Per non sprecare la Fase 2 e tornare ad una normalità più eco sostenibile e green, Legambiente lancia 33 proposte per proiettare l’Italia verso una chiave green e ridurre anche le disuguaglianze. Azioni previste in tre grandi campi di intervento: economia, burocrazia e semplificazione dei provvedimenti. Dall’installazione di impianti da fonti rinnovabili, alla riorganizzazione di città più votate alla mobilità sostenibile. Previsti anche incentivi per una svolta sociale green e una vita più sana. Sarebbe auspicabile una trasformazione digitale nel gestire e migliorare il sistema di raccolta, riciclo e compostaggio dei rifiuti. La responsabilità è anche dei cittadini. Per evitare sprechi eccessivi in questa Fase 2, gli esercenti potrebbero preferire packaging biodegradabili, realizzati con materiali di nuova generazione, sviluppando anche l’economia circolare. Mentre i consumatori, spostare i propri consumi verso la filiera corta per ridurre rifiuti e scarti. Leggi anche: Mobilità green: bonus 500 euro per l’acquisto di biciclette e monopattini di Catiuscia Ceccarelli    

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Catiuscia Ceccarelli
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