Bielorussia, continuano per il quarto fine settimana consecutivo le proteste contro il presidente Alexander Lukashenko. Domenica in 100mila a Minsk ne hanno chiesto le dimissioni. Ma Lukashenko non arretra di un solo centimetro. Secondo le informazioni del ministero dell’Interno bielorusso, infatti, nel weekend sono stati almeno 100 gli arresti in tutta la Bielorussia e alcuni video diffusi sui social network mostrano le violenze di agenti con il passamontagna durante i fermi.
Intanto, lunedì mattina una dei leader dell’opposizione bielorussa, Maria Kolesnikova, sarebbe stata rapita da uomini incappucciati non identificati nel centro di Minsk, nella zona del museo nazionale d’arte. All’inizio i giornali locali avevano parlato di arresto, informazione presto smentita dal dipartimento di polizia di Minsk. Lo staff di Kolesnikova ha fatto sapere a Euronews che la donna non è più raggiungibile da lunedì mattina alle 10. Nelle ultime settimane sono circa 70 gli oppositori di Lukashenko spariti nel nulla in Bielorussia. Altri 6mila sono in prigione.
Maria Kolesnikova è stata rapita
La notizia del rapimento di Maria Kolesnikova è stata diffusa dal sito locale di notizie Tut.by, che ha riportato la testimonianza di una donna presente al momento del rapimento. La testimone ha raccontato di aver visto degli uomini incappucciati costringere Maria Kolesnikova a salire su un minibus e portarla via:
Stavo camminando quando ho visto Maria nei pressi del Museo. L’ho riconosciuta e stavo per andare da lei, per ringraziarla. Poi ho pensato che dovesse essere stanca e ho lasciato perdere. Sono passata oltre ma a quel punto ho sentito il suono di un telefono che cadeva sull’asfalto, mi sono girata, e ho visto che delle persone in abiti civili e mascherate che spingevano Maria in questo minibus. Il suo telefono era volato via e una di queste persone lo ha raccolto, è saltata a bordo nel minibus e se ne sono andati.
La donna ha anche ammesso di non aver avuto il coraggio di filmare la scena con il suo telefono per paura di essere lei stessa fermata. Oltre a Kolesnikova non sarebbero più reperibili anche altri tre membri del consiglio di coordinamento dell’opposizione: Anton Rodnenkov, Ivan Kravtsov e Maxim Bogretsov.
Leggi anche: Bielorussia, scontri e feriti dopo l’ennesima vittoria di Lukashenko
Cosa succede in Bielorussia
L’economia del Paese è “sull’orlo del baratro” e i bielorussi “non hanno più paura di Lukashenko”. Per questo, da settimane ormai, la popolazione si riversa in piazza per manifestare il proprio dissenso, dice Daragh McDowell, analista della società di consulenza globale “Veris Maplecroft”, intervistato da Al Jazeera. E, scrive il Guardian, le proteste proseguono anche durante la settimana, ogni giorno, con persone che si riuniscono nei cortili dei condomini per contestare Lukashenko. I manifestanti domenica, dopo aver sfilato con bandiere bianche e rosse, il colore della prima bandiera della Bielorussia indipendente, hanno ironizzato sul sostegno del presidente russo Vladimir Putin, con striscioni come “Sponsor del nostro giorno di festa è Putishenko”, gioco di parole fra i cognomi dei due presidenti.
Il Presidente, invece, dall’inizio delle proteste sostiene che i manifestanti sono manovrati dai paesi occidentali e primo ministro russo Michail Mišustin, la scorsa settimana in visita a Minsk, ha detto che la Bielorussia non dovrebbe cedere a “pressioni esterne”.
Leggi anche: Perché l’Europa non riconosce il risultato del voto in Bielorussia