É ancora nel carcere di Capanne Erzsebet Katalin Bradacs, la madre di Alex, il bimbo ucciso con nove coltellate a Po’ Bandino, frazione di Città della Pieve. La donna, 44enne ungherese senza fissa dimora, è accusata di omicidio volontario aggravato di suo figlio.
Questa mattina l’udienza davanti al gip di Perugia ha convalidato la sua detenzione.
Bimbo ucciso, il padre: “La madre non era adatta”
Norbert Juhasz, il padre del bimbo ucciso di due anni, attualmente si trova in Ungheria. Ha rilasciato tre interviste a Messaggero Umbria, Nazione Umbria e Corriere dell’Umbria. Ecco cosa ha detto riguardo alla madre di suo figlio:
Ha rapito il mio Alex il giorno in cui avrebbe dovuto consegnarmelo perché il tribunale lo aveva affidato a me, è scappata in Italia e lo ha ucciso e poi ha confessato di averlo ammazzato in un messaggio a un amico.
La madre aveva anche minacciato di dare fuoco al bambino e nonostante ciò non hanno fatto nulla. Tutti vedevano come non fosse assolutamente adatta a crescere un figlio ma non le è stato tolto.
Bimbo ucciso: la dinamica dell’evento
La donna avrebbe riversato sul nastro trasportatore della cassa del supermercato Lidl di Pò Bandino, il figlio, chiedendo aiuto. Una volta arrivati i sanitari del 118 hanno provato a rianimarlo ma inutilmente e hanno dedotto che fosse morto già da un po’.
Ha raccontato alla PM Manuela Comodi, subito dopo il fermo, ai Carabinieri e al nucleo investigativo di Città della Pieve, di essere il lite giudiziaria con il padre di suo figlio per via dell’affidamento.
Da subito si sarebbe dichiarata innocente, pur con versioni confuse e contrastanti: che il figlio era caduto, che era stato ucciso mentre lei dormiva, di averlo trovato così tra le sterpi di un casolare abbandonato.
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