Bonus 600 euro: ecco cosa c’è da sapere. Tra i dossier più spinosi che il Governo dovrà gestire c’è senza dubbio il caro bollette, che già da ora impensierisce e non poco le famiglie italiane. Palazzo Chigi sta sviluppando sempre più soluzioni per rispondere all’ondata di rincari su acqua, luce e gas e, tra queste, figura anche un nuovo bonus da 600 euro.
Si tratta di una misura introdotta col Dl Aiuti bis, convertito in legge a fine settembre, con la quale il Governo Draghi ha messo a disposizione delle famiglie e delle imprese un “sostegno” che verrà erogato dal datore di lavoro e che comprende una serie di beni e servizi finanziati da un fondo dello Stato che ammonta a circa 82 milioni di euro.
Nel frattempo, il Governo sta tentando di trovare soluzioni simili anche per gli autonomi, la cui finalizzazione sarà con tutta probabilità lasciata al prossimo esecutivo.
Bonus 600 euro: come funziona
Va anzitutto chiarito che il bonus 600 euro fa parte dei cosiddetti “fringe benefit”, ovvero di quei benefit messi a disposizione dalle aziende e che fanno parte del welfare per i lavoratori. Ma, se prima la cifra riconosciuta ai dipendenti era di un massimo di 258,23 euro, con l’approvazione del Dl Aiuti bis il tetto massimo è salito a 600 euro esentasse.
L’erogazione della somma è semplice e diretta e avviene tramite “rimborsi da parte del datore di lavoro per il pagamento delle bollette di acqua, luce e gas“.
Per far godere il lavoratore del bonus, il datore di lavoro può versare le bollette al posto del dipendente oppure rimborsare la cifra per il pagamento delle utenze domestiche in busta paga, previa consegna della documentazione necessaria da parte del lavoratore (quindi fattura).
Bonus 600 euro: requisiti e come ottenerlo
Oltre che a sostegno dei costi dell’energia, il bonus 600 euro, che è un benefit aziendale, può essere utilizzato per coprire anche altre voci di spesa, elencate dal quarto comma dell’articolo 51 del Testo unico sulle imposte sui redditi (Tuir), ovvero: veicoli usati anche a scopi aziendali, servizi per il trasporto ferroviario, buoni per l’acquisto di beni e servizi, prestiti agevolati e immobili in affitto, in comodato o in uso.
Il comma 2 e il comma 2 bis dell’articolo 51 del Tuir chiariscono comunque che rimangono esclusi dalla copertura del bonus 600 euro i buoni pasto, le rette scolastiche, i servizi ricreativi o quelli con finalità educative.
Il datore di lavoro non è obbligato a riconoscere il contributo e può quindi non erogare il bonus 600 euro. In ogni caso, per ottenerlo il dipendente dovrà presentare tutta la documentazione relativa alle spese sostenute.
Va chiarito che per l’impresa si tratta di soldi interamente deducibili, che riducono l’imponibile fiscale della società. La somma che arriva al lavoratore è netta, non soggetta a contribuizione (non genera quindi aumenti della pensione) o a prelievo fiscale.
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