Chi è Edoardo Bertolini che studia l’uomo oltre la Terra e come abitare lo Spazio?

È presente anche un italiano nel team che ha realizzato la sonda Hera dell'Agenzia spaziale europea (Esa). Si tratta di Edoardo Bertolini, ingegnere ventiseienne di Carrara che collabora con la Nasa. Il progetto segna un importante passaggio nel programma di difesa planetaria.

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Edoardo Bertolini è il giovane ingegnere carrarese che ha lavorato alla realizzazione della sonda Hera dell’Agenzia spaziale europea (Esa), lanciata il 7 ottobre da Cape Carneval verso l’asteroide binario Didymos.

Bertolini si è distinto per le proprie capacità e il proprio interesse verso la vita su altri pianeti, inducendo l’Ohb a proporgli un contratto di lavoro presso la società. Grazie a questa opportunità, l’ingegnere ha potuto essere parte di un momento fondamentale nel programma di difesa planetaria attiva, volto alla protezione della Terra dall’attacco di un asteroide.

Studi e carriera di Edoardo Bertolini

Edoardo Bertolini, dopo aver conseguito il diploma presso il Liceo Scientifico Marconi di Carrara, si è laureato al Politecnico di Milano in Ingegneria Spaziale. Dopodiché è stato assunto presso il gruppo europeo Ohb, con sede a Brema, in Germania. Si tratta di una società che collabora sia con l’Agenzia spaziale europea, sia con la Nasa.

È da notare come Bertolini abbia iniziato a lavorare fin subito dopo la laurea in un contesto non solo europeo ma anche statunitense. Questo è dovuto al fatto che l’ingegnere si è distinto per la realizzazione di una tesi di laurea innovativa, focalizzata sulla possibilità di produrre acqua su Marte sfruttando il gesso marziano.

Il lavoro ha colpito particolarmente l’azienda Ohb, tanto che subito dopo la laurea Bertolini è stato assunto e ha potuto partecipare alla realizzazione della sonda Hera.

Il giovane ingegnere carrarese scrive di sé su Linkedin:

Mi interessa lo sviluppo della razza umana al di fuori del pianeta Terra; in particolare, nell’utilizzo delle risorse in situ per rendere abitabile un ambiente inabitabile.

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Il compito della sonda Hera

Il contributo di Edoardo Bertolini nel team che ha realizzato la sonda Hera è stato fondamentale. Essa è uno strumento centrale per studiare gli asteroidi, controllando soprattutto il punto preciso in cui è avvenuta una collisione e definendo possibili future azioni di difesa contro eventuali problemi nello spazio.

Hera è stata lanciata il 7 ottobre da Cape Canaveral, in Florida, a bordo di un razzo Falcon 9. Ciò ha rappresentato un momento significativo nel programma di difesa planetaria attiva, iniziato due anni fa.

La missione, infatti, ha lo scopo di studiare gli effetti dell’impatto causato dalla sonda Dart della Nasa, avvenuto nel 2022, e analizzare le caratteristiche dell’asteroide colpito Didymos. Proprio per questo, il compito di Hera non è colpire ma raccogliere il maggior numero di informazioni circa l’asteroide e lo spazio, per programmare eventuali colpi difensivi futuri, a protezione della Terra.

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Didymos, l’asteroide colpito

La sonda Hera è diretta verso l’asteroide binario Didymos. Nel settembre del 2022, la sonda della Nasa Dart aveva mirato e colpito il piccolo asteroide, provocando per la prima volta la deviazione misurabile dell’orbita di un corpo celeste, per mano dell’essere umano.

Il bersaglio iniziale, però, era Dimorphos, la minuscola luna dell’asteroide Didymos. La sonda Dart aveva dimostrato, con quell’attacco, la possibilità di difendersi contro una eventuale minaccia, quale la precipitazione di un asteroide sulla Terra. Nel caso in cui ciò si verificasse, i danni sarebbero incalcolabili.

Didymos è stato scoperto nel 1996 e nel linguaggio specifico è definito un Neo (Near Earth object). La sua orbita, cioè, è vicina a quella della Terra ma non rappresenta un problema. L’asteroide ha un diametro che misura poco meno di 800 metri, mentre il satellite Dimorphos è circa un quinto, con un diametro di circa 150 metri.

Seppure questi dati non siano allarmanti, nel caso in cui si verificasse la caduta di un asteroide sulla terra i danni e le vittime sarebbero innumerevoli.

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