In questi giorni è in corso a Bruxelles il Consiglio Europeo, presenziato dai capi di stato e di governo dell’Unione Europea, il cui principale argomento di discussione riguarda l’assegnazione all’Ucraina dello status di paese candidato a entrare nell’Unione.
Il prezzo del gas è molto aumentato dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina e per questo Draghi nella giornata di oggi vuole presentare una proposta per ridurne il prezzo. L’idea consiste nel definire un tetto massimo che i paesi dell’Unione Europea sono disposti a pagare per acquistare il gas naturale. Ciò porterebbe a una riduzione dei costi per i consumatori e le aziende, ma anche del flusso di soldi che la Russia, principale fornitore dell’Unione Europea, riceve dai paesi europei.
Prezzo del gas: la proposta di Draghi
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La proposta di Draghi al Consiglio Europeo prevede un price cap, ossia un tetto al prezzo del gas che vieta agli operatori dei paesi europei di commercializzare gas nei mercati all’ingrosso a un prezzo superiore agli 80 euro per megawatt ora (MWh). Prima della guerra era a 20 MWh e ora si aggira intorno ai 124, arrivando nei momenti più drammatici anche a 350 MWh.
Secondo quanto scrive Politico la proposta di Draghi, promossa dallo stesso da circa un mese, è piaciuta al presidente francese Emmanuel Macron e agli altri leader. La proposta potrebbe essere conveniente alla Russia in quanto se il prezzo del gas dovesse scendere, come avvenuto tra il 2017 e il 2020 in cui ha oscillato tra i 5 e i 30 euro MWh, il limite eviterebbe queste oscillazioni di prezzo.
Al riguardo il premier voleva convocare un incontro straordinario del Consiglio a luglio, per affrontato il tema più specificatamente, come ha fatto sapere lo stesso Draghi in conferenza stampa:
Avevo chiesto un consiglio straordinario in luglio, giustamente mi è stato fatto osservare che ancora non c’è uno studio.
Non mi aspettavo di poter fissare una data precisa per un rapporto completo sulla questione dell’energia: le cose si stanno muovendo, anche se magari non avvengono rapidamente come uno vorrebbe.
Ha poi sottolineato che il Consiglio europeo è comunque aperto all’ipotesi di un consiglio straordinario:
È stato detto in modo esplicito: non faremo passare due mesi e mezzo senza far niente nel caso in cui dovessero avvenire altre cose sul fronte dell’energia.
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