Simone Barlaam ha solo 23 anni ed è stato decretato dal Comitato Internazionale Paralimpico come miglior atleta ai Mondiali di Manchester che si sono conclusi di pochissimo. Simone è nato con ipoplasia del femore destro, quindi, ha una gamba 15 cm più corta dell’altra, ma questo non è mai stato un ostacolo: solo in questa ultima competizione ha vinto 6 ori, di cui 5 individuali e uno nella staffetta mista 4×100.
Ed ha segnato un suo nuovo record mondiale nei 50m stile libero, nella categoria S9, con il tempo straordinario di 23.96 e anche il record europeo nel 100m farfalla. Ora si mostra divertito e rilassato con tutta la sua squadra azzurra, che ha conquistato il primo posto nel medagliere per la terza edizione di seguito, con 26 ori, 15 argenti e 11 bronzi complessivi.
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Simone Barlaam: “Ho imparato a nuotare prima che a camminare”
Simone Barlaam, il Clark Kent del nuoto, diciannove volte campione del mondo e primatista mondiale in moltissime specialità si trasforma ancora una volta in Superman, tra le corsie olimpioniche. E rivela così al “Corriere della Sera”:
Ho imparato a nuotare prima che a camminare.
L’acqua è stata la mia salvezza.
Il piccolo Simone, originario di Cassinetta di Lugagnano, in provincia di Milano, ha subìto ben 12 operazioni, avendo anche una frattura del femore prima di venire alla luce. Ha anche contratto una osteomielite, una grave infiammazione alle ossa, ed ha iniziato ad avvicinarsi al nuoto, l’unico sport in cui non c’era il rischio che intervenissero nuove fratture.
E proprio in acqua è sbocciata la sua passione, che lo ha reso molto competitivo, non solo con gli altri, ma soprattutto con se stesso. Ha iniziato ad allenarsi a Magenta, per passare subito dopo all’agonismo, prendendo parte al primo campionato del mondo nel 2017 in Messico, quando era ancora minorenne. E non si è mai più fermato. Continua ad aumentare il suo medagliere, gara dopo gara.
Simone Barlaam: “Siamo fieri di ciò che siamo”
Simone è molto soddisfatto del record raggiunto, dal momento che erano due anni che si stava preparando per riuscirci. E a vederlo e a incitarlo, a Manchester, c’era tutta la sua famiglia, sua mamma Claudia, suo papà Riccardo, e sua sorella Alice che gli ha anche consegnato con emozione le medaglie.
Barlaam studia ingegneria al Politecnico di Milano e si allena con un altro campione azzurro, Federico Morlacchi, anche se racconta che era sul punto di smettere:
All’inizio mi allenavo con chi non aveva disabilità, ma stavo per smettere, poi ho conosciuto il gruppo della Polha Varese. Federico? Siamo diventati campioni insieme.
A Londra 2019 abbiamo vinto un oro ex aequo. Un’ispirazione, un esempio, un mito.
Il nuoto gli ha insegnato la disciplina e soprattutto ad avere maggiore consapevolezza di se stesso e maggiore autostima. È un esempio per tutti:
Noi atleti paralimpici siamo un modello sociale.
È bello sapere che bimbe e bimbi con disabilità, attraverso la tua storia, superano paure e non si vergognano della loro condizione, fieri di ciò che sono.
In acqua siamo senza barriere, liberi con il nostro corpo. Una sensazione bellissima, quasi come volare.
Ora può godersi qualche giorno di relax prima di prepararsi per i Giochi Olimpici di Parigi 2024.
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