Salvatore Di Gangi è stato considerato a lungo il boss mafioso di Sciacca, nella provincia di Agrigento in Sicilia. Durante il periodo dei corleonesi era uno dei fedelissimi del capo dei capi di Cosa nostra, Totò Riina.
Travolto sui binari Salvatore Di Gangi: era sceso da un altro treno poco prima perché sprovvisto di Green Pass
Salvatore Di Gangi, 79 anni, è morto investito da un treno merci a Genova, mentre camminava su un binario ferroviario nella galleria che collega le stazioni di Principe e Brignole. Poco prima il 79enne sarebbe stato fatto scendere dal treno alla stazione di Genova Piazza Principe perché senza Green pass.
Il cadavere è stato ritrovato sabato, intorno all’ora di cena. La dinamica della morte però resta ancora poco chiara, per questo Direzione distrettuale antimafia (DDA) di Genova ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di omicidio colposo.
Alle indagini prendono parte anche la Squadra Mobile del capoluogo ligure insieme alla Polfer (Polizia ferroviaria). L’intento principale è quello ricostruire gli ultimi spostamenti di Salvatore Di Gangi, per capire cosa è accaduto dall’uscita dal carcere fino all’arrivo alla stazione Genova. Il pubblico ministero Federico Manotti ha disposto anche l’autopsia. Di Gangi aveva in tasca un biglietto ferroviario per una città del Sud, stava rientrando in Sicilia.
Si fa largo l’ipotesi che Salvatore Di Gangi sia caduto su uno dei binari perché colto da malore.
L’anziano, che era in custodia cautelare ad Asti, doveva scontare una condanna a 17 anni per mafia, inflitta con il rito abbreviato, alla fine del processo ‘Montagna’. Ma venerdì la corte d’Appello di Palermo ha deciso di scarcerarlo sulla base di una perizia che ne attestava problemi di salute. L’incidente è avvenuto sabato sera, 27 novembre.
Secondo gli investigatori antimafia, Di Gangi era stato dipendente bancario, poi costruttore edile. Dagli inizi degli anni Novanta, il suo nome è presente in diverse inchieste giudiziarie che riguardavano l’area di Sciacca, comune portuale dell’Agrigentino, dove pare stesse tornando. Nelle tasche sarebbe stato ritrovato, secondo la ricostruzione fatta da il Secolo XIX, un biglietto ferroviario per Roma Ostiense. Da qui si sarebbe diretto in Sicilia.
Leggi anche: La Cassazione conferma il sequestro: i beni di Totò Riina passano allo Stato