Maria Chiara, non vedente e disabile, si è laureata la scorsa settima con il punteggio di 110 e lode all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, conseguendo la magistrale in lingue per la comunicazione e la cooperazione internazionale.
Maria Chiara, per gli amici Mary, 26enne pisana, ma napoletana d’adozione, parla fluentemente tre lingue: inglese, francese e spagnolo. Oltre all’italiano e al napoletano per l’appunto.
A causa di un distacco di placenta, è nata prematura, affetta da cecità e tetraparesi spastica.
È una ragazza solare, simpatica e preparata e come ha detto Antonio Nocchetti, da sempre amico di famiglia e impegnato nell’associazionismo e nel terzo settore, Maria Chiara per la sua forza d’animo è “un simbolo per molti ragazzi”.
La determinazione di Maria Chiara ispirata dalle lingue e dalla musica
Mary studia canto da quando aveva 13 anni ed è anche una cantautrice. Dopo il liceo linguistico, continua gli studi iscrivendosi all’Università Suor Orsola Benincasa, dove sin da subito si è distinta come studentessa modello.
Conseguita la prima laurea triennale con il massimo dei voti, continua il percorso magistrale. E venerdì scorso, nonostante le complicazioni dovute all’emergenza sanitaria, Mary ha concluso il ciclo di studi ottenendo ancora il massimo, un altro 110 e lode.
La sua tesi, scritta interamente in francese, coniuga le sue due più grandi passioni: le lingue e la musica. Dopo il plauso della commissione, Maria Chiara ha dedicato uno speciale ringraziamento, sempre in lingua francese, a coloro che le sono sempre stata accanto:
Ringrazio i miei parenti ed i miei amici per essere con me. Ne sono molto felice.
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“Una storia in due tempi”
Ora Mary sogna di trovare un lavoro adeguato alle sue competenze e alla sua formidabile memoria. Anche Antonio Nocchetti, in un post su Facebook, le ha augurato un futuro professionale, e personale, roseo. Ha scritto:
La sua storia è come una partita in due tempi: il primo riguarda lei e la sua famiglia e culmina con una laurea prestigiosa. Il secondo tempo interessa tutti noi, la società, che dovrebbe offrire un lavoro dignitoso a Maria Chiara.
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