Bambine con anticorpi. Nel sangue delle due bambine appena nate sono stati trovati gli anticorpi contro il virus. Si tratta, spiegano i responsabili dell’equipe di medicina prenatale dell’Ulss 6 Euganea, di “un caso unico in Italia”.
Le mamme, entrambe dottoresse, non avevano mai contratto il virus e si sono sottoposte volontariamente alla vaccinazione poco prima della nascita delle figlie.
Il primo caso di bambine con anticorpi all’ospedale di Padova
Le neonate venute alla luce all’ospedale di Padova, sono nate già protette dal Covid-19. Nel sangue delle piccole, infatti, sono stati trovati gli anticorpi contro il virus. Le loro mamme erano state vaccinate al terzo trimestre di gravidanza. I responsabili dell’equipe di Medicina prenatale dell’Ulss 6 Euganea, hanno spiegato che si tratta di “un caso unico in Italia“
Le due mamme sono dottoresse in gamba, giovani e già affermate nei loro rispettivi campi medici. Anna Parolo (36 anni) è un’immunologa dell’Ulss Euganea mentre Valeria Bernardi (37 anni) è una ginecologa.
Entrambe le donne non erano state contagiate dal virus e si sono sottoposte volontariamente alla vaccinazione.
La prima dose a inizio gennaio, la seconda a distanza di tre settimane. Sono state anche tra i primi esempi di donne in stato di gravidanza a vaccinarsi. I compagni delle professioniste, a loro volta medici, hanno sostenuto le loro compagne in questa scelta fin dall’inizio.
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Bambine con anticorpi Covid: cosa dicono le neo mamme Anna e Valeria
Le due donne non hanno segnalato effetti collaterali dopo la completa somministrazione del vaccino ed entrambe le gravidanze sono filate lisce senza alcuna complicanza.
Le bambine, che alla nascita pesavano circa 3 chili, stanno bene, sono a casa e vengono allattate al seno. Una è venuta al mondo il 9 marzo, l’altra è nata il 16 marzo. Una delle mamme Anna Parolo ha voluto dichiarare:
Sono felice che la mia Valentina abbia gli anticorpi contro il coronavirus e quindi sia portatrice di un grande messaggio di speranza.
La salute del neonato dipende prevalentemente dalla sua immunità innata e dagli anticorpi materni trasmessi per via transplacentare durante la gravidanza
Gianfranco Juric Jorizzo, responsabile dell’équipe del servizio di Medicina Prenatale dell’Ulss 6 Euganea ha voluto sottolineare:
Le due bambine sono le prime in Italia nelle quali sono stati isolati gli anticorpi su sangue neonatale alla nascita
Infatti gli studi internazionali, ad oggi, si sono basati solamente sugli anticorpi del cordone ombelicale.
Anche mamma Valeria Bernardi ha voluto rilasciare delle dichiarazioni:
Al terzo trimestre di gravidanza ho ricevuto per mia scelta la vaccinazione contro il Coronavirus, per motivi professionali.
ma anche da considerazioni personali sull’utilità del vaccino per proteggere me e la mia bambina.
Riguardo alla questione delicata del vaccinare donne in gravidanza, il dottore ha aggiunto:
Gli studi sono limitati, ma concordi nel suggerire che non ci sono effetti collaterali sulla mamma e sul feto.
La vaccinazione quindi potrebbe essere indicata, anche in gravidanza, nelle situazioni con fattori di rischio, come suggerito dalle Società di Ginecologia Italiane lo scorso 2 gennaio.
Potenziali rischi e benefici devono essere valutati caso per caso e discussi con il proprio ginecologo.
L’infezione con complicanze respiratorie da SARS-CoV-2 può determinare un serio pericolo per la donna gravida e il neonato.
In questo momento resta da capire se il passaggio degli anticorpi possa proteggere i neonati come avviene con altri vaccini.
Il vaccino fatto su base volontaria dalle due mamme, nonostante la gravidanza
Quando a fine dicembre inizia la campagna vaccinale contro il Covid-19, alle due donne viene offerta questa possibilità in quanto professioniste sanitarie. Valeria e Anna sono pertanto fra le prime donne in gravidanza a vaccinarsi in Italia.
Le mamme hanno discusso con gli esperti dell’équipe del servizio di Medicina prenatale dell’Ulss 6 Euganea, fra cui la dottoressa Kimta Ngaradoumbe Nanhorngué, sull’opportunità della vaccinazione in relazione al loro rischio lavorativo, personale e della salute fetale.
Preziosa anche la collaborazione con il dottor Roberto Rigoli, direttore della Microbiologia dell’Ospedale Ca’ Foncello di Treviso, e del professor Fausto Baldanti, direttore della Virologia molecolare del Policlinico San Matteo di Pavia.
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