Teresa Fornaro, originaria di Brusciano, un comune italiano della città metropolitana di Napoli, è tra i 13 scienziati al mondo selezionati per supportare gli studi durante la missione Mars 2020.
La ricercatrice dell’INAF, Istituto Nazionale di Astrofisica, analizzerà i dati della sonda Nasa che la sera del 18 febbraio 2021 si è posata su Marte.
Il rover Perseverance partito a giugno 2020, è atterrato su Marte dopo 7 mesi.
Chi è Teresa Fornaro, unica italiana della missione
Teresa Fornaro si è laureata in Chimica a Napoli, per poi proseguire gli studi con un dottorato all’Università Normale di Pisa conseguito nel 2016 con lode e distinzione, in studi spettroscopici computazionali di sistemi molecolari rilevanti in Astrobiologia.
Teresa Fornaro ha collaborato con l’Osservatorio di Arcetri dell’Inaf (l’Istituto nazionale di astrofisica) a Firenze, per poi ottenere un Postdoctoral Research Fellow al Geophysical Laboratory del Carnegie Institution for Science di Washington, in cui si è occupata di ricerca sull’astrobiologia. I suoi campi nello specifico sono: origine degli studi sulla vita riguardanti le interazioni fisico-chimiche tra molecole organiche e minerali che potrebbero aver giocato un ruolo nella transizione dalla geochimica alla biochimica in ambienti prebiotici sulla Terra o altri corpi nel Sistema solare. Nel 2019 è rientrata in Italia.
Teresa ha ricevuto le congratulazioni del sindaco di Brusciano, Peppe Montanile, che sul suo profilo Facebook ha scritto:
Perseverance è su Marte. Fra le scienziate in prima linea c’è la nostra Teresa Fornaro, ricercatrice all’Inaf di Firenze, nativa di Brusciano, unica italiana tra i 13 participating scientist della missione.
E anche del sindaco di Firenze, Dario Nardella:
In questa storica impresa c’è anche un po’ di Firenze: Teresa Fornaro, ricercatrice fiorentina, è l’unica italiana tra i participating scientist della missione. Un grande onore per la città.
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Teresa Fornaro: “Studio le rocce per capire se c’è stata vita su Marte”
Teresa Fornaro, ricercatrice dell’INAF Osservatorio astrofisico di Acetri a Firenze, analizzerà i dati della sonda Nasa:
Il mio gruppo di ricerca studierà i dati provenienti dal Rover e cercheremo di rivelare molecole organiche che possano essere considerate come indicatori di vita passata.
Teresa Fornaro, in un’intervista a Repubblica, ha spiegato che se su Marte si è sviluppata vita, sarà stata sicuramente unicellulare e microbica. Il pianeta, 4,1 – 3,7 miliardi di anni fa, aveva condizioni più favorevoli. C’era un’atmosfera spessa, acqua allo stato liquido e più caldo. Poi, il pianeta ha subito una transizione verso l’attuale deserto arido e gelido:
Potremmo individuare tracce di vita passata, dei microrganismi fossilizzati. Ad esempio rocce la cui trasformazione deriva dall’attività biologica. Ma spero di poter trovare vere e proprie molecole organiche, visto che sono indicazione diretta dell’esistenza di vita.
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