Essere sordi non è un limite, ma un modo diverso di vedere il mondo

Oggi raccontiamo The Deaf Soul, uno spazio in cui la sordità è raccontata in modo autentico e senza stereotipi, abbattendo i muri del pregiudizio. La storia di Ludovica Billi e Chiara Bucello, founders dell'iniziativa, merita di essere ascoltata.

Ilaria De Santis
Ilaria De Santis
Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.
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Perché una persona sorda non potrebbe realizzare i suoi sogni in ambito privato e professionale? E per quale motivo la sua sordità dovrebbe essere considerata un limite?

C’è un portale per la comunicazione e l’informazione delle persone con disabilità uditive, si chiama The Deaf Soul ed è creato da Chiara Bucello e Ludovica Billi, per mostrare come tutto sia possibile e raggiungibile, anche per i non udenti.

Sorde dalla nascita e coppia nella vita, le due giovani attiviste e autrici del libro edito da Trèfoglie, Facciamo rumore. Per chi vive nell’ombra della sordità e per chi non vuol sentire, hanno dato vita a questa importante iniziativa per facilitare il dialogo tra udenti e persone sorde, abbattendo falsi miti e convinzioni errate.

Come comunicare, allora, nel modo? Il linguaggio di The Deaf Soul è inclusivo e mira a creare un ponte tra le persone non udenti e tutti coloro che vogliono approfondire il tema della sordità, in una società che, talvolta, non è in grado di ascoltare per davvero.

Intervista a Chiara Bucello e Ludovica Billi, founders di The Deaf Soul

La redazione de ildigitale.it ha dialogato a lungo con Ludovica Billi e Chiara Bucello che ci hanno raccontato, senza filtri, la loro storia, vision e progetti, non tralasciando nessun pregiudizio e stereotipo. Diamo ora la parola alle founders di The Deaf Soul.

Avete dato vita a The Deaf Soul, uno spazio per la comunicazione e l’informazione delle persone con disabilità uditiva. Qual è la vostra mission?

The Deaf Soul nasce con l’obiettivo di creare uno spazio in cui la sordità venga raccontata in modo autentico, senza stereotipi e senza abilismo. La nostra mission è promuovere dei diritti delle persone sorde e una visione della sordità come condizione naturale, non come un limite da superare. Vogliamo essere un punto di riferimento per chi cerca informazioni e confronto.

Facciamo rumore è il vostro libro che spiega in modo semplice la sordità sia alle persone sorde sia agli udenti. Da dove è nata l’idea di raccontarvi?

Abbiamo scritto Facciamo rumore, perché volevamo raccontare la sordità con autenticità, senza filtri o stereotipi. Spesso si parla di noi senza darci voce, e questo libro è nato proprio per cambiare prospettiva, non un racconto sulla sordità, ma dalla sordità.

Volevamo creare uno strumento che aiutasse sia le persone sorde sia gli udenti a comprendere meglio questa realtà, senza pietismi né luoghi comuni, ma con la consapevolezza che essere non udenti non è un limite, bensì un’identità.

La sordità non è un limite, eppure alcuni udenti lo pensano. Quali consigli date per non urtare la sensibilità di una persona sorda?

Il primo consiglio è evitare atteggiamenti pietistici o frasi come “Mi dispiace che tu sia sordo/a”. La sordità non è qualcosa di negativo, è semplicemente un modo diverso di percepire il mondo. È importante anche non trattare le persone sorde come se fossero incapaci di comunicare, basta chiedere quale sia il modo più comodo per interagire, senza dare per scontato che tutti leggano il labiale o usino protesi acustiche.

Infine, sarebbe bello che gli udenti si interessassero di più alla lingua dei segni, anche solo con qualche segno base per dimostrare apertura e rispetto. 

Tutti i sordi usano la LIS?

Non tutte le persone sorde conoscono e comunicano con la lingua dei segni, dipende molto dal tipo di sordità e dal contesto in cui si cresce. Si può parlare verbalmente. La scelta dipende dalla comodità e dalle persone con cui si interagisce.

Perché molti udenti pensano che i sordi non possano raggiungere i propri obiettivi nella vita?

Purtroppo, i pregiudizi nascono dalla mancanza di conoscenza. La società è ancora molto basata sull’udito e spesso la sordità viene vista solo in termini di “carenza” o “difficoltà”, senza considerare che le persone sorde hanno risorse, talenti e possibilità come chiunque altro.

Inoltre, la mancanza di rappresentazione positiva nei media contribuisce a rafforzare stereotipi errati. Con il nostro lavoro cerchiamo di mostrare che i sordi possono realizzare i propri sogni, avere successo e vivere pienamente la loro vita. 

Ai colloqui di lavoro vi è capitato di sentire ‘commenti’ sulla sordità? E cosa fanno le aziende oggi per tutelare i propri dipendenti con disabilità uditive?

Durante i colloqui di lavoro può capitare che vengano fatti commenti sulla sordità, spesso legati alla mancanza di conoscenza o a pregiudizi. Ovviamente, c’è ancora bisogno di sensibilizzazione per garantire un ambiente veramente accessibile e senza stereotipi.

Vi occupate di sensibilizzazione su piattaforme web e social, scardinando i pregiudizi più comuni sulla sordità. Vi scrivono in molti, qual è la storia che vi ha colpito di più?

Raccontare la nostra vita con ironia sui social è un modo per far conoscere la sordità in modo positivo, contrastando gli stereotipi comuni.

Abbiamo ricevuto messaggi privati da ragazzi e ragazze sordi, e molte storie ci hanno colpito. Una che ricordiamo in particolare è quella di una ragazza che ha trovato ispirazione nella nostra sincerità e umorismo nel parlare della sordità.

Qual è il complimento più apprezzato che avete ricevuto?

Il complimento più grande che ci è stato rivolto è stato quello di essere riuscite a far sentire molti sordi meno soli, dimostrando che la diversità non è una barriera, ma una ricchezza.

Avete mai pensato di raccontare la vostra storia anche nelle scuole? E quali sono i progetti futuri?

Sì, ci piacerebbe moltissimo portare il nostro messaggio anche nelle scuole! Crediamo che l’educazione sia il punto di partenza per un cambiamento culturale reale. Per quanto riguarda il futuro, vogliamo continuare a far crescere The Deaf Soul e portare avanti nuovi progetti di sensibilizzazione, sia online che offline. Abbiamo in mente anche altri formati, come video, eventi! 

Ringraziamo Chiara Bucello e Ludovica Billi per la disponibilità e ancora una volta per averci inviato un segnale molto chiaro: tra persone sorde e non udenti non c’è, davvero, nessuna differenza.

Leggi anche: Medaglia d’oro ai Mondiali per sordi, chi sono le sorelle Maragno: “Modello di vita e sport”

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