Chi era Mario Vargas Llosa, il Nobel per cui la scrittura era rivolta e libertà

Si è spento a 89 anni Mario Vargas Llosa, giornalista, critico letterario e scrittore peruviano. Nel 2010 ha vinto il Nobel per la Letteratura.

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È morto nella notte tra il 12 e il 13 aprile Mario Vargas Llosa, scrittore peruviano rinomato per le proprie opere incentrate sul potere e sulla rivolta. Grazie a ciò ha vinto, nel 2010, il Premio Nobel per la Letteratura.

Vargas Llosa si è spento a 89 anni nella sua casa a Lima, circondato dall’affetto dei propri cari. Per volontà della famiglia i funerali saranno celebrati in forma privata mentre saranno assecondati i desideri dello scrittore, cremandone le spoglie.

Mario Vargas Llosa, la scrittura come rivolta

Mario Vargas Llosa è nato il 28 marzo 1936 ad Arequipa, in Perù, seppure in seguito è stato naturalizzato spagnolo. La passione per la letteratura è nata in Vargas Llosa fin dalla tenera età quando, trasferitosi in Bolivia, è cresciuto con la sola famiglia della madre, i cui componenti erano grandi lettori di poesie.

A tal proposito, in occasione della cerimonia di consegna del Premio Nobel per la Letteratura, nel 2010, il critico ha iniziato il proprio discorso di accettazione così: Ho imparato a leggere a cinque anni, nella classe di frate Giustiniano all’Accademia de la Salle di Cochabamba.

Per quanto riguarda la figura paterna, ha abbandonato lo scrittore quando quest’ultimo era ancora piccolo. La sua assenza sarà uno dei temi principali della letteratura del peruviano. La scrittura di Vargas Llosa, infatti, è sempre stata un atto di protesta, nata dal trauma e dal conflitto.

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Una vita turbolenta

Nel 1946, il padre di Mario Vargas Llosa è tornato per riprendere il bambino e riportarlo con sé in Perù. L’educazione impartitagli dal genitore è stata molto rigida, tanto che nel 1950 ha iscritto allo scrittore all’Accademia Militare Leoncio Prado.

Il periodo in cui ciò avviene si contestualizza in un Perù sottomesso alla dittatura del generale Odría. Perciò, la letteratura è diventata per Vargas Llosa un modo per sognare e ambire alla libertà.

A dare forma al suo animo da letterato, però, sono stati i vari eventi vissuti: il precoce matrimonio con la zia Julieta, di 10 anni più grande; il trasferimento in Spagna e a Parigi, dove ha scoperto le opere di autori latinoamericani come Borges, García Márquez o Cabrera Infante; il viaggio in Amazzonia, che gli ha consentito di conoscere il Perù arcaico dei nativi.

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La formazione di Vargas Llosa

Mario Vargas Llosa si è laureato in Editoria e Scrittura presso l’Università La Sapienza di Roma. Nella sua vita, il peruviano ha svolto vari ruoli. Ha lavorato, infatti, come giornalista pubblicista, scrivendo per una testata impegnata sui diritti civili, per poi incentrarsi sull’attualità.

Inoltre, Vargas Llosa è stato critico letterario, come dimostrato dai testi su Flaubert e Borges, ma anche politico e saggista. A tal proposito si ricordano la raccolta di articoli e interviste Contro vento e marea, pubblicata tra il 1982 e il 1986, e Il richiamo della tribù, del 2018, un resoconto dei pensieri liberali contemporanei.

Rispetto all’interesse politico, lo scrittore è stato studente socialista e marxista, influenzato da Sartre e favorevole alla rivoluzione cubana, fino al disprezzo quando essa si è tramutata in regime. A essere cruciale è stata l’invasione russa della Cecoslovacchia, nel 1968, che ha condotto Vargas Llosa ad avvicinarsi all’umanesimo laico di Camus e al liberalismo.

L’attività politica

Nel 1987, Vargas Llosa ha guidato col Movimiento Libertad le proteste contro il progetto di nazionalizzare il sistema bancario, voluto dal presidente García. Dopo essere diventato leader del Frente Democratico, dunque, l’autore, nel 1990, si è candidato alle elezioni presidenziali peruviane.

Additato come reazionario e conservatore, Vargas Llosa è stato sconfitto al secondo turno da Fujimori. Quest’ultimo, due anni dopo, ha abolito il parlamento e la democrazia attraverso un colpo di stato, instaurando nuovamente una dittatura.

Lo scrittore, in quegli anni, era già in Spagna, di cui era divenuto cittadino. Eppure, le vicende vissute in Perù hanno rappresentato il tema centrale delle opere di Vargas Llosa, il quale si è focalizzato spesso sulla natura del potere, sulla debolezza e la nobiltà dell’essere umano.

Le opere e il Premio Nobel

Il romanzo di esordio di Mario Vargas Llosa è stato La città e i cani, pubblicato nel 1962 e ispirato alla sua esperienza militare nell’accademia di Lima. Nonostante abbia suscitato scandalo in patria, il testo ha garantito allo scrittore la fama mondiale.

Altre opere ambientate in Perù da citare sono La casa verde del 1966, Conversazione nella cattedrale del 1969, Pantaleon e le visitatrici del 1973, Zia Julia e lo scribacchino del 1977, Avventure della ragazza cattiva del 2006, L’eroe discreto del 2013, Crocevia del 2019.

Per quanto riguarda i titoli con scenario l’America Latina tutta, si ricordano La guerra alla fine del mondo del 1981, La festa del caprone del 2000, Tempi duri del 2019, Il paradiso è altrove del 2003, Il sogno del celta del 2010.

È proprio in quest’ultimo anno che Vargas Llosa ha conseguito il Premio Nobel per la Letteratura, con la seguente motivazione:per la sua cartografia delle strutture del potere e le immagini taglienti della resistenza, della ribellione e della sconfitta individuale.

Soprattutto la sua produzione più matura, da La festa del Caprone a Tiempos recios, ha mostrato la letteratura come una forma di resistenza al populismo e all’autoritarismo.

Il ricordo dei figli

Ad annunciare la morte di Mario Vargas Llosa è stato il figlio dello scrittore, Álvaro, il quale ha pubblicato sul proprio profilo X: “Con profondo dolore, rendiamo pubblico che nostro padre, Mario Vargas Llosa, è morto oggi a Lima, circondato dalla sua famiglia e in pace“.

L’autore lascia tre figli, che hanno condiviso un messaggio di affetto nei confronti del padre:Speriamo che chi lo ha amato trovi consolazione nel fatto che ha vissuto una vita lunga, molteplice e feconda, e lascia un’opera che lo sopravvivrà.

Con la scomparsa di Mario Vargas Llosa si chiude un’epoca della letteratura ispanica. Lo scrittore, infatti, insieme a Gabriel García Márquez, Julio Cortázar e Carlos Fuentes, ha contribuito a dare adito alla cultura e alla letteratura latinoamericane.

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