L’amica geniale è giunta al suo epilogo e ha raggiunto un altro importante traguardo. Il New York Times l’ha inserita tra le migliori serie TV del 2024, come ha dichiarato James Poniewozik, il critico televisivo del quotidiano, secondo cui: “È un mistero per me, perché l’ipnotico adattamento dei popolarissimi romanzi di Elena Ferrante non abbia mai costruito una grande audience qui negli Stati Uniti, è una meraviglia dall’inizio alla fine. Una serie TV da amare”.
L’opera letteraria, pubblicata da E/O Edizioni e tradotto da Ann Goldstein per Europa Edition con il titolo My Brillian Friend, è stato già nominato come miglior opera letteraria sempre dal New York Times, mescolando una sapiente narrazione a un’intensa introspezione psicologica dei personaggi.
Leggi anche: L’amica geniale 4, stasera il finale: siamo davvero pronti a dirle addio?
Il gran finale de L’amica geniale 4
L’amica geniale 4 si chiude con Lila e Lenù ormai adulte. Quest’ultima dice per sempre addio a Nino Sarratore, ma allo stesso tempo riceve la notizia delle sue figlie di un trasferimento negli USA dove abita l’ex marito Pietro.
Lila, invece, lotta per trovare Tina, la figlia scomparsa nel nulla, e i primi indiziati sembrano essere i Solara. Saranno, poi, questi ultimi a essere uccisi in una chiesa in circostanze che non verranno mai rivelate, sebbene Lenù, dalla fervia immaginazione, pensa che possano essere stati Pasquale e Nadia, diventati brigatisti.
Lila, quando viene a sapere la notizia, spiega che si tratta di un segno: è stata proprio sua figlia Tina a vendicarsi. L’amica delle due protagoniste sembra procedere sullo stesso binario, di pari passo, quando qualcosa si incrina.
Lenù, che aveva promesso di non volerlo fare, scrive della sua amica, e Lila non glielo perdona, portando a un allontanamento ormai irrecuperabile. Allo stesso tempo, la scrittrice riceve la chiamata di Gennaro e le chiede dove possa essere sua madre, dal momento che risulta scomparsa e non rispondergli più.
Pensando ormai al peggio, Lenù riceve inaspettamente un regalo, proprio da parte di Lila. La donna apre l’imballaggio e trova Tina e Nu, le bambole che da piccole avevano gettato nello scantinato e avevano dato la colpa a Don Achille, a causa del quale non avevano mai più potuto recuperarle. Lila, invece, le ha custodite per chissà quale tempo. Le bambole, quindi, rappresentano l’amicizia eterna delle protagoniste. Lontano dagli occhi, ma questa volta, vicine di cuore.
Leggi anche: L’amica geniale, Lila e Lenù sono un simbolo della lotta contro la violenza di genere?