Il Prof. Alberto Zangrillo, direttore dell’Unità di Anestesia del San Raffaele, ai microfoni di Lucia Annunziata ha rilasciato una dichiarazione che lascia sconcertati utenti e colleghi sulla fine clinica del coronavirus. Ecco cosa ha rivelato:
Circa un mese fa sentivamo gli epidemiologi dire di temere grandemente una nuova ondata per la fine del mese, o per inizio di giugno, e che chissà quanti posti di terapia intensiva c’erano da occupare. In realtà il virus, praticamente, dal punto di vista clinico non esiste più.
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Lo Studio del San Raffale
Il primario del San Raffaele parla in base a degli studi fatti nel proprio centro operativo, dai quali sembra emergere che i tamponi eseguiti attualmente negli ultimi dieci giorni hanno una carica virale, dal punto di vista quantitativo, assolutamente infinitesimale rispetto a quelli eseguiti su pazienti di un mese fa. Su questi dati Zangrillo “ci mette la firma” e secondo lui gli italiani dovrebbero farsene una ragione. Lo studio è condotto dal Prof. Massimo Clementi, direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia del San Raffaele e professore all’Università Vita-Salute. Il quale ha spiegato al Corriere della Sera:
Abbiamo analizzato 200 nostri pazienti paragonando il carico virale presente nei campioni prelevati con il tampone. Ebbene i risultati sono straordinari: la capacità replicativa del virus a maggio è enormemente indebolita rispetto a quella che abbiamo avuto a marzo. E questo riguarda pazienti di tutte le età, inclusi gli over 65.
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Le reazione della comunità scientifica
Le rivelazioni del Prof. Zangrillo, il quale si dichiara non pentito di quanto dichiarato a Mezz’ora in più, hanno scatenato reazioni nel mondo scientifico. Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità e membro del Comitato tecnico-scientifico, risponde sconcertato:
Esprimo grande sorpresa e assoluto sconcerto per le dichiarazioni rese dal professor Zangrillo con frasi quali il ‘virus clinicamente non esiste più e che ‘terrorizzare il Paese è qualcosa di cui qualcuno si deve prendere la responsabilità’. Basta semplicemente guardare al numero di nuovi casi di positività a SARS-CoV-2 che vengono confermati ogni giorno per avere dimostrazione della persistente circolazione in Italia del nuovo coronavirus.
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