Mamma e figli possono essere amici? Questa è una domanda che i genitori si sono posti almeno una volta nella vita. Il rapporto si deve basare non solo sul rispetto reciproco e fiducia reciproca, ma anche su una comunicazione aperta e sincera.
Una giornata al mare, in montagna, al lago, lontano dallo stress della città è ideale per parlare e discutere delle proprie preoccupazioni, e il loro supporto è così costante da risultare pari a quello di un migliore amico.
Essere amici dei propri figli, però, non vuol dire rinunciare al ruolo di genitore. Quindi, è possibile avere un rapporto di amicizia? Il pedagogista Luca Frusciello ha spiegato a “Fanpage.it” il suo punto di vista in merito: “Non possiamo rispondere a questa domanda con un sì o con un no, perché non esiste una risposta binaria. Bisogna entrare a fondo nel processo”.
Rapporto mamme e figli, cosa è cambiato dagli anni ’60 in poi?
Luca Frusciello ha sottolineato come “dagli anni Sessanta in poi la relazione genitoriale ha iniziato ad essere intesa con una maggiore prossimità, perché era nata l’esigenza a livello educativo e culturale di un maggior contatto e di una maggiore vicinanza tra esseri umani”.
Molte persone hanno iniziato ad addentrarsi sempre di più dentro al mondo della cultura e del sapere, questi ultimi interpretati come mezzo per poter avvicinarsi ai propri figli. Cosa è successo, però, dagli anni ’60 in poi? Ecco cosa ha sostenuto Luca Frusciello:
L’esigenza di essere estremamente vicini ai figli, però, ha fatto sì che la distanza con loro iniziasse ad essere considerata dai genitori il male assoluto.
Quella distanza, però, nel rapporto genitore-figlio non è un nemico.
Oggi, all’opposto, cercando questo contatto costante, questa estrema vicinanza con i figli, non ci si accorge che l’attaccamento esagerato, il desiderio di essere sempre presenti per loro e sempre disponibili si è trasformato in un male.
È proprio da qui che nasce la distorsione educativa che porta i genitori a pensare che essere amici dei propri figli sia un valore aggiunto e non un potenziale pericolo.
Come è vista la figura della mamma come amica?
Le mamma è spesso vista come un’amica a cui raccontare tutti i segreti più inconfessabili e, per stare più vicino ai figli, cerca di organizzare spesso alcune attività da svolgere insieme, dal semplice fare la spesa a una passeggiata nel parco a una giornata di shopping sfrenato.
Quali sono, però, alcuni rischi che potrebbero sorgere a seguito di questo comportamento troppo amichevole? Ecco ancora le parole del pedagogista Frusciello:
Il rischio maggiore è che per i figli venga meno il concetto di limite.
Noi esseri umani riusciamo a vivere nella società perché abbiamo introiettato la moralità, ossia i limiti interni, e l’etica, ossia i limiti esterni, che si costruiscono quando i genitori insegnano che esistono questi confini.
Se i bimbi crescono con l’idea che questi limiti simbolici non esistano, dal momento che si sentono amici dei loro genitori, allora non costruiscono né un’etica né una morale forte.
Questo comporta che imparino invece la facilità e la morbidezza di quei limiti che invece sarebbero essenziali per la loro crescita, finiscono per non adattare i propri valori al mondo e non saperli difendere da attacchi esterni.
Quindi, avere una mamma per amica è possibile, ma è sempre bene tenere a mente che ci sono alcuni confini e dei ruoli da rispettare. Una giornata di compere può rivelarsi epifanica per poter parlare di alcuni problemi, insiti anche dentro alla stessa famiglia. Una mamma per amica sì, ma entro certi limiti.
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