mercoledì, 26 Marzo 2025
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Ergastolo per Impagnatiello, arriva oggi la sentenza definitiva, in aula pianti e abbracci

Alessandro Impagnatiello è stato condannato all'ergastolo per l'omicidio di Giulia Tramontano. La sentenza, pronunciata dalla Corte d'Assise, a Milano, si è tenuta oggi, 25 novembre.

Arriva la condanna all’ergastolo e a tre mesi di isolamento diurno per Alessandro Impagnatiello, accusato di aver ucciso la compagna Giulia Tramontano nel 2023. La sentenza è stata letta oggi, 25 novembre, dalla Corte d’Assise di Milano. Impagnatiello è stato giudicato con rito immediato, cioè si è passati subito dalle indagini preliminari al dibattimento in aula, senza passare per l’udienza preliminare.

Inizialmente, il trentaduenne, era accusato di omicidio aggravato dalla premeditazione, dal legame affettivo, dai futili motivi e dalla crudeltà. Inoltre, era stato accusato di interruzione non consensuale di gravidanza e occultamento di cadavere. Le accuse sono state tutte confermate, a eccezione dell’aggravante dei futili motivi.

La sentenza

La Corte d’Assise ha condannato all’ergastolo e a tre mesi di isolamento diurno Impagnatiello, il quale è apparso impassibile durante la lettura del verdetto. La Corte, inoltre, ha riconosciuto, accanto all’omicidio, l’accusa di occultamento di cadavere e interruzione non consensuale di gravidanza, il che ha comportato un aggiunta di sette anni di reclusione, oltre all’ergastolo. L’imputato dovrà risarcire con provvisionali da 200mila euro ciascuna il padre e la madre di Giulia Tramontano e con 150mila euro a testa il fratello e la sorella della donna.

Dopo la lettura della sentenza, i familiari di Tramontano si sono abbracciati e hanno pianto, soprattutto la madre della donna, Loredana Femiano, che si è unita al resto della famiglia in un abbraccio. La sorella di Giulia Tramontano, Chiara, ha detto:

Questo caos che lei ha creato è l’opposto di quello che avrebbe voluto.

Lei entrava in punta di piedi nella vita delle persone. 

Lei era rara: anche nel momento in cui il suo cuore era distrutto ha pensato a un’altra donna che poteva aver vissuto la stessa situazione.

Era presente, ma mai rumorosa.

Era silenziosa.

Quando sei così sensibile in questo mondo violento, sei la preda per il leone.

Giulia è tutto questo, un’anima gentile.

Leggi anche: Giulia Tramontano, la nipote nata oggi si chiama come lei: “Nel tuo nome un legame d’amore che il tempo non spezza”

Cosa è successo

Alessandro Impagnatiello è accusato di aver ucciso la compagna Giulia Tramontano, di 29 anni, il 27 maggio 2023. La donna era incinta di sette mesi di un bambino, il cui padre era proprio il barman, allora trentunenne. Il femminicidio è avvenuto a Senago, vicino Milano, nella casa della coppia. L’arma del delitto è stata, invece, un coltello. Impagnatiello occultò il corpo di Tramontano per quattro giorni, inscenò la scomparsa della ragazza e, solo in seguito, confessò.

A maggio 2023, Giulia Tramontano avrebbe scoperto una relazione parallela tenuta dal compagno, con una collega. Le due donne si sono incontrate il 27 maggio fuori dal bar Armani, dove Impagnatiello lavorava. Una volta avuta conferma del tradimento, Tramontano si è confrontata con Impagnatiello, nella loro casa a Senago. Qui è dove la ragazza è stata accoltellata per ventisette volte. Impagnatiello ha provato a bruciare il corpo nella vasca da bagno, l’ha prima nascosto in garage e poi in cantina, per trascinarlo, infine, fuori dall’abitazione e lasciarlo, avvolto in dei sacchi neri, in un’intercapedine tra due garage, a poche centinaia di metri di distanza dalla casa.

Leggi anche: Giulia Tramontano, la lettera della mamma: “Immaginavamo le nostre vite con Thiago”

Le indagini

Le indagini sono state svolte dai carabinieri e dalla Procura di Milano. Gli inquirenti hanno scoperto che Impagnatiello avrebbe avvelenato per mesi Tramontano, la quale aveva iniziato ad avvertire, nell’ultimo periodo prima della morte, uno strano sapore ogni volta che beveva dell’acqua. Inoltre, come sostenuto dalla donna alla madre, provava frequenti bruciori di stomaco.

In seguito alle indagini, Impagnatiello è stato arrestato e sottoposto a una perizia psichiatrica, che ha evidenziato un disturbo narcisistico. Nonostante ciò, la sua capacità di intendere e di volere, al momento dell’omicidio, non è stata compromessa, motivo per cui non ha avuto attenuanti circa le accuse.

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