12enne estratto vivo: un vero e proprio miracolo tra le macerie. Mentre si continuano a contare le vittime del terremoto che il 6 febbraio ha colpito Turchia e Siria, dai luoghi del dramma arriva anche qualche notizia positiva. Un bambino di 12 anni è stato estratto vivo dai resti di un palazzo distrutto a Nurdağı, in Turchia.
Il giovanissimo era sotto le macerie da circa 62 ore. A salvarlo sarebbe stato il corpo della madre, che avrebbe permesso ai soccorritori di aprire un varco e recuperarlo. Il ragazzino si chiama Khadir e il suo salvataggio, che è durato due ore, è stato ripreso in diretta da Rai News 24. Poco prima, un altro bambino di 8 anni è stato estratto dopo 52 ore sotto le macerie ad Hatay, sempre in Turchia.
Il 12enne estratto vivo dalle macerie dopo 62 ore: salvataggi che sanno di miracolo
Nel mezzo del dramma umano, economico e sociale del terremoto e delle sue conseguenze, dai luoghi della tragedia continuano ad arrivare le notizie di salvataggi che sanno di miracolo. E, in molti casi, ad essere riportati alla luce dalle macerie sono i giovanissimi, i più attaccati alla vita.
Oltre al 12enne estratto vivo a Nurdağı, c’è anche una bambina di 18 mesi salvata dopo 56 ore sotto le macerie nella provincia di Kahramanmaras, nella Turchia meridionale. E ancora una piccola di 8 anni che è stata riportata in superficie dopo 40 ore a Saqin, in Siria.
12enne estratto vivo. Il bilancio delle vittime: 16mila morti, 62.914 feriti in Turchia
Ma, mettendo da parte notizie come quella del 12enne estratto vivo, il terremoto avvenuto in Siria e in Turchia è stata una vera ecatombe. Il bilancio ufficiale parla di 16mila morti, mentre i soccorritori continuano le loro operazioni in un freddo glaciale. I feriti in Turchia sono 62.914, come riporta l’agenzia per le emergenze e i disastri di Ankara (Afad).
Stando ai media siriani, più di 298mila persone sono state costrette a lasciare le loro case. E il numero, secondo il Guardian, si riferirebbe solo alle zone del Paese poste sotto il controllo del Governo, non a quelle del nord-ovest, le più vicine all’epicentro.
Mentre è arrivato pure il mea culpa del presidente turco Tayyip Erdogan, consapevole della lentezza con cui si è attivata la macchina dei soccorsi: “Inizialmente ci sono stati problemi negli aeroporti e sulle strade – ha ammesso – ma oggi le cose stanno diventando più facili e domani sarà ancora più facile”.
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