Francesco Specchia, inviato e critico di “Libero” è stato nominato dall’ex ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, come membro della Commissione per il finanziamento di film italiani che promuovono dei valori culturali.
Quest’ultimo, però, ha rifiutato quello che avrebbe potuto essere un futuro incarico per il Ministero. Ecco il motivo, come spiegato ieri dallo stesso Francesco Specchia in diretta durante la trasmissione “Tagadà”:
Mi sono fatto mandare la documentazione del ministero che richiedevo riguardante il compito dei membri e la mole di lavoro.
Sono circa 300/400 progetti da esaminare e 3 ore a progetto una mole che è incompatibile con il mio lavoro da inviato.
Vi è, però, un’ulteriore motivazione. Secondo Specchia mancano le quote rosa: “Ce n’è una sola ― Manuela Maccaroni ―per cui detto questo e rivedendo l’elenco del ministro Giuli, faccio le cose seriamente. Anche per un riequilibrio di quote lascio le quote a chi è competente. Ritengo opportuno, alla luce dei fatti, di lasciare la carica come giusto che sia”.
Francesco Specchia, le nomine di Sangiuliano e il ruolo della Commissione ministeriale
L’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, come accennato poco sopra, prima di rassegnare le dimissioni ha nominato 18 membri per Commissione ministeriale, incaricata di concedere contributi per progetti cinematografici ritenuti validi.
Tra i nomi spuntano, oltre a Francesco Specchia e Luigi Mascheroni ― rinunciatari entrambi ― quelli di Massimo Galimberti, Pasqualino Damiani, Valerio Caprara, Stefano Zecchi e Valerio Toniolo.
Nella giornata di ieri il nuovo ministro della Cultura, Alessandro Giuli, è stato convocato alla Camera per il question time e ha risposto all’interrogazione avanzata da Italia Viva sulle nomine decise da Sangiuliano prima delle dimissioni. Ecco cosa si evince dal testo:
La Commissione chiamata ad assegnare finanziamenti per 50 milioni di euro, deve essere composta da esperti di comprovata qualificazione professionale nel settore […]
Tuttavia, la scelta dei 18 collaboratori indicati da Sangiuliano non sembra rispondere ai criteri oggettivi di competenza, lasciando aperto il dubbio che le finalità seguite siano, come avvenuto anche per la nomina di Fabio Tagliaferri alla presidenza di Ales, di carattere personale.
A questo si aggiunge il fatto che il ministro, incurante di ogni forma di correttezza istituzionale, ha firmato il decreto di nomina pochi minuti prima di rassegnare le proprie dimissioni.
Chiediamo per questo che il nuovo ministro Giuli faccia chiarezza sui criteri di nomina.
La decisione del nuovo ministro della Cultura Alessandro Giuli
Il ministro della Cultura Giuli ha rivelato a Montecitorio che è già all’opera e ha analizzato le nomine volute da Sangiuliano: “La domanda degli interroganti mi offre l’occasione per sottolineare l’attenzione che il ministero rivolge alla questione […] La commissione di cui parliamo è oggetto in queste ore di una mia attenta verifica e revisione“.
Giulia ha, inoltre, sottolineato come la nomina sia di 15 e non 18 membri, tutti esperti e con “comprovata qualificazione professionale nel settore”. Un nome che spicca è quello di Paolo Mereghetti, “autore del più celebre e diffuso dizionario di film in lingua italiana, tutt’altro che identificabile come cliente del ministro Sangiuliano”.
Il ministro della Cultura ha, poi, posto l’accento su una questione, uno dei motivi che ha portato Francesco Specchia a rinunciare all’incarico: “Gli interroganti non hanno invece rilevato il mancato rispetto dell’equilibrio di genere, questo sì, è reale, a tal riguardo è mio intendimento intervenire su tale profilo, trattandosi tra l’altro di un criterio espressamente previsto per la composizione della commissione di esperti”.
Il Ministero, quindi, provvederà ad alcune integrazioni: “Il decreto non è ancora perfezionato e verrà senz’altro modificato e arricchito secondo i canoni di autorevolezza, professionale e scientifica, che ne hanno ispirato l’origine”.
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