Gemelle siamesi di due anni operate a Monza, è il terzo caso in Italia

A Monza è stata condotta un'operazione chirurgica per separare due gemelle siamesi unite alla testa. L'intervento è stato finanziato da un cittadino americano ma sull'esito è stato chiesto riserbo.

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Ieri, 5 novembre, è stato condotto un intervento chirurgico su due gemelle siamesi, unite tra loro attraverso il cervello. A causa di tale patologia, le bambine, di due anni e provenienti dal Senegal, non possono stare in piedi. L’operazione è avvenuta nell’ospedale San Gerardo di Monza ed è stata finanziata da un cittadino americano. L’assessore al Welfare di Regione Lombardia, Guido Bertolaso, nei mesi scorsi, si era espresso così circa l’intervento: “È una situazione così complicata che ci tremano le vene dei polsi al solo pensiero“.

Le due gemelle sono arrivate dal Senegal in Italia lo scorso luglio, con un volo dell’Aeronautica Militare. Le bambine sono atterrate a Milano ma, subito dopo, sono state trasportate all’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico San Gerardo di Monza, dove sono rimaste ricoverate in attesa del delicato intervento.

L’intervento

Il quotidiano Il Giorno ha riportato che l’intervento a cui sono state sottoposte le due gemelle siamesi ha avuto la durata di circa dodici ore ed è stato condotto da un team di specialisti che ha seguito il caso per circa tre mesi e mezzo. L’équipe ha coinvolto medici di vari ambiti, tra cui neurochirurghi e specialisti provenienti dal dipartimento di Fisica dell’Università degli Studi di Milano, i quali hanno realizzato il progetto Printmed-3D. Quest’ultimo consiste nella creazione di modelli anatomici veritieri degli organi che dovranno essere operati, per quanto riguarda dimensioni e consistenza. Grazie al loro supporto, i neurochirurghi si sono potuti preparare al meglio per l’intervento. La squadra medica che ha condotto l’operazione ha visto neurochirurghi del San Gerardo, dell’Istituto Neurologico Carlo Besta e alcuni provenienti dagli Stati Uniti.

Si tratterebbe di un primo intervento, propedeutico alle fasi successive che porteranno alla separazione definitiva delle gemelle. In ogni caso, l’operazione è avvolta dal più totale riserbo, almeno fino a quando il quadro clinico non apparirà completamente chiaro. L’unico commento che è giunto dall’ospedale in queste ore è: “Per la riservatezza e la delicatezza del caso non diamo nessuna informazione”.

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Il terzo caso in Italia

In Italia si sono verificati solo altri due casi simili di intervento eseguito su due gemelle siamesi. Il primo risale al 2018, quando all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo sono state separate due gemelle, unite all’altezza del busto. Due anni più tardi, nel 2020, al Bambin Gesù di Roma sono state operate due bambine originarie della Repubblica Centroafricana unite alla nuca, con cranio e gran parte del sistema venoso in comune. Quest’ultimo caso si avvicina maggiormente a quello delle gemelle senegalesi. L’intervento in questione, però, ha presentato la difficoltà della condivisione delle bambine di parte del cervello.

L’ospedale San Gerardo di Monza rappresenta un’eccellenza pediatrica a livello europeo e non solo. Negli anni si è distinto come istituto di ricerca e cura a carattere scientifico, diventando centro europeo di riferimento per le malformazioni cranio-facciali su base genetica, le malattie ematologiche rare, le malattie del fegato, le malattie metaboliche congenite e l’oncologia pediatrica. Proprio per questo, è stato scelto come ospedale in cui svolgere il delicato intervento sulle due gemelle siamesi. Donatella Sala, responsabile della comunicazione di Abio Brianza, associazione che accoglie e aiuta bambini e adolescenti ricoverati in ospedale, ha descritto così il San Gerardo:

Il San Gerardo è un’eccellenza internazionale e sono orgogliosa di averlo sul nostro territorio.

Ultimamente sono arrivati bambini dall’Ucraina, dalla Russia.

Li incontriamo in pediatria e a Cascina Valera.

Alcuni nostri volontari parlano bene l’inglese, altri che lo sanno meno si intendono a gesti.

Il linguaggio degli occhi e dell’amore è universale.

Ricordo una bambina ucraina che ci aspettava sempre per giocare a carte e a Memory.

La nostra missione è intrattenerli e distoglierli per un attimo dai brutti pensieri della malattia.

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