La frase pronunciata da Ghali sul palco dell’Ariston, “Stop al genocidio” è diventato un caso. In seguito alle sue parole si è così espresso su X Alon Bar, l’ambasciatore israeliano a Roma: “Ritengo vergognoso che il palco del Festival sia stato sfruttato per diffondere odio e provocazioni in modo superficiale e irresponsabile”.
Subito è arrivata anche la risposta di Ghali che a Domenica In ha rivelato: “Ho sempre parlato di questi temi da quando sono bambino. Non dal 7 ottobre. Mi dispiace che abbia risposto in questo modo, c’erano tante cose da dire. Ma per cosa altro avrei dovuto usare questo palco? Io sono un musicista prima di salire su qui sopra […] La gente ha paura di dire stop alla guerra, stop al genocidio”.
Dopo il commento dell’ambasciatore Bar, molti non hanno condiviso la sua opinione e si sono schierati al fianco di Ghali, tra cui anche, inaspettatamente, il Vaticano. Infatti, il cardinal Gianfranco Ravasi, presidente emerito del Pontificio Consiglio della Cultura, sul suo profilo X cita alcune strofe della canzone che Ghali ha portato a Sanremo, “Casa mia”, mostrandogli il suo sostegno: “Siamo tutti zombie col telefono in mano / Sogni che si perdono in mare […] Ma qual è casa tua, Ma qual è casa mia, Dal cielo è uguale, giuro”.
Anche Frantoianni, Scotto e Boldrini sostengono Ghali
Ghali, nelle sue canzoni, ha sempre espresso la sua posizione su questioni politiche e, questa volta, non lo ha fatto solo nel brano “Casa mia”, ma anche post-esibizione, riportando l’attenzione sul tema del conflitto israelo-palestinese. Se da un lato ha ottenuto un riscontro fortemente negativo da parte dell’ambasciatore Alon Bar, si è mostrato d’accordo con le sue affermazioni il Cardinal Ravasi. Non solo. Anche alcuni politici lo difendono fortemente.
Nicola Frantoianni, il Segretario Nazionale di Sinistra Italiana scrive su X: “Stop al Genocidio”. Ghali coraggio e verità. Grazie”. Lo difende anche il deputato Pd, Arturo Scotto sempre su X: “Bisogna evitare commenti politici sul Festival di Sanremo 2024. È uno spazio di libertà artistico e tale deve rimanere. Che l’ambasciatore di Israele si senta in dovere di intervenire sulle cose dette da un cantante mi sembra incredibile. Si trasforma così una tragedia in farsa”.
Condivide l’appello di Ghali anche Laura Boldrini del Pd in un post su Facebook: “Bravo Ghali che non si è lasciato intimidire. Ha più coraggio lui di tanti altri a cui sarebbe richiesto averlo […] Dopo 28mila morti a Gaza […] la preoccupazione principale del servizio pubblico italiano è rassicurare l’ambasciatore israeliano urtato dagli appelli alla pace lanciati dal rapper dal palco di Sanremo”.
Chi sono gli altri politici che si schierano dalla parte di Ghali?
Sostiene Ghali anche Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde e deputato di Verdi e Sinistra, che in una nota rivela: “Chi attacca Ghali dovrebbe interrogare la propria coscienza. Non deve chiedere scusa, ma deve essere applaudito. A Gaza c’è un genocidio che si sta compiendo nel silenzio colpevole di Europa e Italia. L’ambasciatore israeliano eviti di intromettersi”.
E ancora si mostra al fianco del rapper anche Dario Carotenuto di M5S: “Gli attacchi che arrivano a un musicista che dal palco di Sanremo ha chiesto lo stop al massacro del popolo palestinese sono incomprensibili. Anche la politica dovrebbe essere capace di chiedere in modo unitario e trasversale uno stop al governo israeliano, colpevole di una vera e propria strage di civili”. Il deputato M5S lancia un appello al vicepremier e ministro degli Affari: “Il nostro ministro Tajani accolga l’appello di Ghali, piuttosto che mandare il fido Gasparri in avanscoperta ad attaccare i vertici Rai”.
Leggi anche: Ghali racconta le sue origini a Sanremo: dall’infanzia difficile alla mancanza di suo padre