Papa Francesco è stato il primo pontefice a impegnarsi per l’ambiente attraverso un vero e proprio documento: l’enciclica Laudato si’.
Il testo pone l’accento sulla tutela del pianeta e sul benessere umano, sottolineando quanto sia importante adottare un approccio globale che consideri congiuntamente le questioni ecologiche e sociali, riconoscendo la stretta connessione tra ambiente e società.
Vediamo insieme il contenuto e l’importanza della Laudato si’.
Il suo impegno per l’ambiente
L’ attenzione di Papa Francesco verso il tema ambientale è emersa già al principio del suo pontificato, quando, durante la Messa di inizio del ministero petrino del 19 marzo 2013, condanna la cultura dello scarto nella Evangelii Gaudium.
Nel 2015, nel celebre intervento all’Assemblea Generale dell’Onu, evidenzia come i danni causati al clima e all’ambiente siano profondamente legati ai fenomeni di emarginazione sociale, alla frammentazione delle comunità e alla fragilità della convivenza pacifica tra i popoli.
La svolta significativa è avviene con l’enciclica Laudato si’ del 2015, con la quale, il Vescovo di Roma inserisce nel dibattito ecclesiale il concetto di “ecologia integrale”, ovvero la necessità di unire il rispetto per l’ambiente, l’aiuto ai più deboli, la partecipazione alla vita collettiva e l’armonia personale.
L’obiettivo è quello di ristabilire un “equilibrio ecologico” che coinvolge la propria interiorità, le relazioni con gli altri, la dimensione spirituale e il rapporto con la natura.
Cos’è l’enciclica Laudato si’

Laudato si’ è un’enciclica davvero ricca e profonda, in cui vengono trattati diversi aspetti.
Innanzitutto, non riguarda solo l’ambiente ma l’essere umano nella sua totalità. Si parla di relazioni sociali, economia, cultura, pace e spiritualità. Tutto è connesso.
Secondo il Papa, infatti, la crisi ambientale è anche una crisi sociale. Le persone povere ed emarginate sono le più colpite dai disastri climatici, pur non essendo le principali responsabili. Ciò è sinonimo di profonde ingiustizie, che costringono i più deboli a pagare i danni dei potenti. Come afferma il Pontefice stesso nella Laudato Si’:
Rivolgo un invito urgente a rinnovare il dialogo sul modo in cui stiamo costruendo il futuro del pianeta.
Abbiamo bisogno di un confronto che ci unisca tutti, perché la sfida ambientale che viviamo, e le sue radici umane, ci riguardano e ci toccano tutti.
Il movimento ecologico mondiale ha già percorso un lungo e ricco cammino, e ha dato vita a numerose aggregazioni di cittadini che hanno favorito una presa di coscienza.
Purtroppo, molti sforzi per cercare soluzioni concrete alla crisi ambientale sono spesso frustrati non solo dal rifiuto dei potenti, ma anche dal disinteresse degli altri.
Gli atteggiamenti che ostacolano le vie di soluzione, anche fra i credenti, vanno dalla negazione del problema all’indifferenza, alla rassegnazione comoda, o alla fiducia cieca nelle soluzioni tecniche.
Abbiamo bisogno di nuova solidarietà universale.
Laudato si’, inoltre, critica il consumismo, lo sfruttamento smisurato delle risorse e la cultura dello scarto, invitando a un cambiamento radicale nello stile di vita e nel modello economico e di sviluppo.
Denuncia le varie forme di inquinamento, dai combustibili fossili allo smaltimento dei rifiuti, che provocano la morte di migliaia di persone in tutto il mondo. A questo proposito, un passaggio significativo dell’enciclica è il seguente:
Esistono forme di inquinamento che colpiscono quotidianamente le persone.
L’esposizione agli inquinanti atmosferici produce un ampio spettro di effetti sulla salute, in particolare dei più poveri, e provocano milioni di morti premature. […]
Questi problemi sono intimamente legati alla cultura dello scarto, che colpisce tanto gli esseri umani esclusi quanto le cose che si trasformano velocemente in spazzatura.
Rendiamoci conto, per esempio, che la maggior parte della carta che si produce viene gettata e non riciclata.
Stentiamo a riconoscere che il funzionamento degli ecosistemi naturali è esemplare: le piante sintetizzano sostanze nutritive che alimentano gli erbivori; questi a loro volta alimentano i carnivori, che forniscono importanti quantità di rifiuti organici, i quali danno luogo a una nuova generazione di vegetali.
Al contrario, il sistema industriale, alla fine del ciclo di produzione e di consumo, non ha sviluppato la capacità di assorbire e riutilizzare rifiuti e scorie.
Non si è ancora riusciti ad adottare un modello circolare di produzione che assicuri risorse per tutti e per le generazioni future, e che richiede di limitare al massimo l’uso delle risorse non rinnovabili, moderare il consumo, massimizzare l’efficienza dello sfruttamento, riutilizzare e riciclare.
Affrontare tale questione sarebbe un modo di contrastare la cultura dello scarto che finisce per danneggiare il pianeta intero.
Anche il problema dell’acqua potabile è ampiamente discusso. Nei paesi del terzo mondo, uomini, donne e bambini muoiono per malattie legate a essa, come il colera e la dissenteria, causate da sostanze e microrganismi cancerogeni presenti al suo interno.
Le conseguenze del disastro ambientale si ripercuotono inevitabilmente sulla qualità di vita umana, provocando l’aumento di fenomeni di disuguaglianza, abbandono e violenza. Come afferma Papa Francesco, l’ambiente umano e quello naturale si degradano insieme se non si presta la giusta attenzione.
Laudato si’ è un documento che serve a capire quanto sia dannosa la cultura dello scarto e di come può portare il Pianeta Terra, insieme alla sua popolazione, flora e fauna, a un punto di non ritorno.
Al tempo stesso, apre gli occhi sulla bellezza del Creato e invita a proteggerla, amarla, onorarla e a connettersi con Dio. Incoraggia a fare di più, a rimediare, a creare un mondo nuovo più giusto e uguale per tutti. Come dichiara il Santo Padre nella prima parte dell’enciclica:
La sfida urgente di proteggere la nostra casa comune comprende la preoccupazione di unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale, poiché sappiamo che le cose possono cambiare.
Il Creatore non ci abbandona, non fa mai marcia indietro nel suo progetto di amore, non si pente di averci creato.
L’umanità ha ancora la capacità di collaborare per costruire la nostra casa comune.
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