Un nuovo pianeta, potrebbe ospitare la vita. Il co-autore della ricerca, il dottor Vincent Van Eylen: “Le sue dimensioni sono identiche a quelle della Terra. un ottimo punto di partenza”. “Si tratta di una scoperta davvero entusiasmante che aiuterà la nostra ricerca sui pianeti simili alla Terra”, queste le parole di Thomas Wilson, ricercatore senior nel gruppo di Astronomia e Astrofisica dell’Università di Warwick (Coventry, Gran Bretagna), parlando del Gliese 12 b, il pianeta scoperto nelle ultime ore – distante circa quaranta anni luce e leggermente più piccolo della Terra – che potrebbe ospitare la vita umana.
Secondo le osservazioni dello studioso – che ha partecipato alla ricerca utilizzando i dati dei satelliti della Nasa per confermare l’esistenza del pianeta e le sue caratteristiche – il corpo celeste orbita intorno alla sua stella ospite ogni 12,8 giorni ed è di dimensioni paragonabili a Venere, con una temperatura superficiale inferiore a quella della maggior parte dei circa cinquemila pianeti al di fuori del sistema solare – fino a oggi conosciuti – di quarantadue gradi (107°F).
L’essere umano potrà vivere nel nuovo pianeta più vicino mai scoperto sin ora?
Riguardo all’eventualità che l’essere umano possa costruire una vita su questo pianeta, ancora sono necessari molti approfondimenti. Gli astronomi infatti non sono ancora sicuri della presenza di un’atmosfera e – qualora fosse presente – delle sue caratteristiche. Questi sono i dati fondamentali per capire se il pianeta sarebbe in grado di mantenere temperature adatte all’esistenza di acqua liquida sulla sua superficie e quindi della vita. Ha spiegato Masayuki Kuzuhara, professore assistente al progetto presso il Centro di Astrobiologia di Tokyo:
Anche se conosciamo ancora poco del Gliese 12 b – abbiamo pensato a questo pianeta come a un ex-Venere, con dimensioni ed energia ricevuta dalla sua stella simili a quelle del nostro vicino planetario nel sistema solare.
Mentre Shishir Dholakia, dottorando in Astrofisica dell’University of Southern Queensland, in Australia ha sottolineato:
I pianeti come Gliese 12 b sono pochi e molto distanti tra loro, quindi poterne esaminare uno così da vicino e conoscere la sua atmosfera e la sua temperatura è molto raro.
L’attuale scoperta rappresenta uno dei migliori obiettivi per studiare se i pianeti di dimensioni terrestri in orbita attorno a stelle fredde possano mantenere la loro atmosfera. Un passo cruciale per progredire nella comprensione dell’abitabilità dei pianeti della nostra galassia.
Le osservazioni sul nuovo pianeta Gliese 12 b
Nel corso delle osservazioni, gli studiosi si sono serviti dei dati forniti dal satellite Tess – transiting exoplanet survey satellite della Nasa, un telescopio spaziale progettato nell’ambito del programma “Explorer” dell’agenzia governativa civile, il cui scopo è la ricerca di pianeti extrasolari usando il metodo fotometrico, o del transito, che permette di misurare il calo di luminosità della stella causato dal passaggio del pianeta di fronte a essa.
Dai primi studi è stato affermato che si tratterebbe di una nana rossa fredda situata nella costellazione dei Pesci, con una dimensione pari al 27% rispetto a quella del Sole e con una temperatura superficiale pari a circa il 60% di quella della stella madre del sistema solare. Ha dichiarato la Nasa in una nota
Un fattore importante nel trattenere un’atmosfera è la tempestosità della sua stella. Le nane rosse tendono a essere magneticamente attive, con conseguenti frequenti e potenti brillamenti di raggi X.
Tuttavia, le squadre di scienziati hanno concluso che Gliese 12 – indicato come un potenziale obiettivo per ulteriori indagini da parte del James webb space telescope (Jwst) dell’agenzia spaziale statunitense, del valore di 7,5 miliardi di sterline – non mostra segni di un comportamento così estremo.
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L’importanza della scoperta
Ulteriori approfondimenti potrebbero contribuire a rivelare se la maggior parte delle stelle della Via Lattea sia in grado di ospitare pianeti temperati dotati di atmosfera, dunque abitabile.
Il co-autore della ricerca, il dottor Vincent Van Eylen, professore associato di esopianeti presso il Mullard Space Science Laboratory dell’University College di Londra, ha dichiarato:
Si tratta di un pianeta incredibilmente entusiasmante poiché le sue dimensioni sono identiche a quelle della Terra.
Anche se GJ12b è circa quindici volte più vicino alla sua stella di quanto lo sia la Terra al nostro Sole, poiché orbita intorno a una stella così piccola, la temperatura del pianeta potrebbe essere molto simile a quella del nostro pianeta.
Questo non garantisce necessariamente che il pianeta sia abitabile, ma lo rende un ottimo punto di partenza.
“Fortunatamente si tratta anche di una stella molto vicina – ha concluso il professor Van Eylen – quindi nei prossimi anni impareremo molto di più sul pianeta e sulla sua atmosfera con telescopi come il Jwst”.
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di Flavia De Michetti