Alla Camera, in Commissione Affari Sociali e in occasione della conversione del disegno di legge n.24 del 2022 sulle riaperture Covid in decreto, è stato approvato l’emendamento per prorogare il diritto allo smart working per tutti i lavoratori fragili, fino al 30 giugno, fortemente voluto dal ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Andrea Orlando.
È stato inoltre prorogato anche il diritto allo smart working per i genitori di figli con fragilità mentre per i lavoratori del settore privato vengono semplificate le modalità di comunicazione.
Smart working: in cosa consiste la comunicazione semplificata
Il datore di lavoro dovrà comunicare al ministero del Lavoro solo i nominativi dei lavoratori e la data di inizio e cessazione della prestazione di lavoro “in modalità agile” .
Si tratta di una grande agevolazione considerando che prima l’azienda aveva l’obbligo di inviare tutti i Pdf dei contratti di ogni singolo lavoratore, che comunque avrà premura di conservare.
La comunicazione semplificata era già in atto e sarà solo prorogata dal 31 giugno fino al 30 agosto.
Smart working: il commento di Brunetta
Renato Brunetta, ministro per la Pubblica amministrazione, ha così commentato in una nota l’approvazione dell’emendamento che proroga al 30 giugno le tutele per i lavoratori fragili:
Merito della soluzione tecnica offerta alla commissione dal Dipartimento della Funzione pubblica e dal ministero dell’Economia, soluzione che avevo anticipato durante la mia recente audizione alla commissione parlamentare per la semplificazione e che ha consentito di raccogliere in un’unica riformulazione oltre 26 diversi emendamenti di tutti i gruppi parlamentari.
Ci fa molto piacere che il ministro Orlando concordi con la nostra riformulazione. Abbiamo dato una risposta a una domanda di tutela che non poteva rimanere inevasa. Un altro impegno mantenuto dal Governo.
Smart working: sempre più richiesto alle aziende
Lo smart working se prima della pandemia non era neanche contemplato tra i lavoratori, oggi sembra che sia sempre più richiesto.
Il 58% delle aziende, come riporta IO Donna, ha dichiarato di aver difficoltà ad assumere se non si garantisce questa modalità di lavoro. Mentre l’88% sembra essere disposto a voler proseguire nell’offrire ai lavoratori la possibilità di lavorare da remoto.
Un’indagine condotta dall’Associazione Italiana per la direzione del personale (Aidp) mostra come questo trend sia in crescita.
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