Novità per l’HIV. Si sta ora svolgendo la 16esima edizione dell’ICAR, Italian Conference on AIDS and Antiviral Research, presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, che coinvolge la Società italiana di malattie infettive e tropicali (SIMIT) e moltissime società scientifiche di area infettivologica e virologica.
Due dei temi cardine di quest’anno, come riporta il “Corriere della Sera”, sono prevenzioni e trattamenti, questi ultimi in arrivo e che potrebbero davvero fare la differenza per tutti i pazienti che convivono con l’AIDS. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità ben 6 persone su 10 hanno scoperto di essere malati già in una fase avanzata dell’infezione.
La ricerca, però, offre oggi ottime prospettive con i nuovi farmaci a lunga durata, anche noti come long acting, come ha sottolineato il professore e infettivologo Antonio Di Biagio:
Siamo a una svolta nella terapia per l’HIV.
Già con i nuovi farmaci, disponibili da circa due anni, abbiamo potuto allungare la periodicità della somministrazione a otto settimane per la terapia iniettiva intramuscolo e a sei mesi per la via sottocutanea.
Con i nuovi farmaci, i cui studi sono in fase 2 e 3, disponibili in Italia già dal 2025 molto probabilmente, la stragrande maggioranza dei pazienti potrà fruire di trattamenti a rilascio prolungato, con benefici per l’aderenza terapeutica, per la qualità della vita, per la lotta allo stigma, visto che si tratta di una terapia che impatta pochissimo sulla quotidianità.
Garantita, inoltre, efficacia a lungo termine.
HIV, come fare prevenzione con la PrEP
La PrEP, ossia la profilassi pre-esposizione, è uno strumento di prevenzione per l’HIV. Ma di cosa si tratta? Come riporta il Ministero della Salute, la PrEP, che deve sempre essere prescritta da infettivologi, consiste “nell’assumere una combinazione di farmaci attivi contro HIV prima dei rapporti sessuali”, che viene assunta anche “da persone sieronegative a rischio di infezione”.
Il protocollo prevede che chiunque compia questa scelta potrà assumere una compressa al giorno o pure 2 “a 24 ore prima del rapporto sessuale, seguite da un’altra compressa a 24 ore di distanza dalla prima assunzione e infine un’altra compressa” dopo il medesimo tempo. Il direttore scientifico del SIMIT, Massimo Andreoni, ha sottolineato al “Corriere della Sera” l’importanza della profilassi pre-esposizione:
La PrEP, in tutte le sue forme, orale e Long Acting, è un elemento chiave di sanità pubblica per la lotta alla diffusione dell’HIV.
In particolare, la Long ActingPrEP è uno strumento di prevenzione dell’HIV, riconosciuta anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, per le persone a rischio sostanziale di infezione, che amplia l’offerta complessiva delle diverse modalità di prevenzione per un virus per cui non esiste un vaccino.
Come funziona la terapia antiretrovirale?
Non solo la PrEP, si dimostrano efficaci contro l’HIV e AIDS anche le terapie con i farmaci antiretrovirali, che, come riporta “Salutelazio.it”, riescono a “controllare l’infezione nel lungo periodo, trasformando l’HIV/AIDS in malattia cronica. Consistono nell’assunzione per bocca di combinazioni di farmaci che, con differenti meccanismi d’azione, hanno l’obiettivo di sopprimere la replicazione di HIV, riducendo la carica virale a livelli non più rilevabili dai test di laboratorio”.
Inoltre, ecco cosa ha dichiarato a proposito al “Corriere della Sera” Antonella Cingolani, copresidente dell’ICAR e ricercatrice Malattie infettive alla Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica di Roma:
I dati più recenti confermano la necessità di diffondere maggiormente il test per poter intervenire quando si è ancora in tempo per limitare le conseguenze dell’infezione.
La terapia antiretrovirale, infatti, permette alle persone con HIV di cronicizzare l’infezione e di avere una qualità di vita simile alla popolazione generale.
Inoltre, se la terapia è assunta regolarmente, la viremia si può azzerare fino a rendere il virus non trasmissibile […]
Questo non significa che l’HIV sia sconfitto, […] ma i nuovi strumenti a disposizione ci impongono di pensare a un trattamento personalizzato per ogni paziente e a una terapia che possa durare per decenni.
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