Inchiesta Covid. A tre anni dall’inizio della pandemia da Covid-19 in Italia, che ha straziato la Bergamasca con oltre 6 mila morti in più rispetto alla media dell’anno precedente, giungono gli avvisi di garanzia per il Governo di allora e per i vertici della Regione Lombardia. Tra i 19 indagati ci sono Conte, Speranza, Fontana e Gallera.
Il procuratore aggiunto di Bergamo Cristina Rota con i pm Silvia Marchina e Paolo Mandurino, sotto la super visione del Procuratore Antonio Chiappani, hanno tirato le somme di una indagine, chiusa mercoledì, con cui si è cercato di far luce e individuare eventuali responsabilità. I tre filoni dell’inchiesta Covid della procura riguardano la mancata zona rossa, il piano pandemico e l’ospedale di Alzano Romano.
Inchiesta Covid: ricostruire i fatti per individuare le responsabilità
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Secondo la procura di Bergamo, e sulla base della consulenza affidata al microbiologo Andrea Crisanti, la zona rossa a Nembro e Alzano avrebbe potuto risparmiare migliaia di morti. Le indagini sull’inchiesta Covid condotte dalla Guardia di Finanza, si legge nella nota del procuratore capo Antonio Chiappani, “sono state articolate, complesse e consistite nell’analisi di una rilevante mole di documenti acquisiti e sequestrati, sia in forma cartacea che informatica, presso il ministero della Salute, l’Istituto superiore di Sanità, il Dipartimento della Protezione civile, Regione Lombardia, Ats, Asst, l’ospedale Pesenti-Fenaroli di Alzano Lombardo, nonché di migliaia di mail e di chat telefoniche in uso ai soggetti interessati dall’attività investigativa, oltre che nell’audizione di centinaia di persone informate sui fatti”. Conclude il procuratore:
Un’attività è stata oltremodo complessa sotto molteplici aspetti e ha comportato altresì valutazioni delicate in tema configurabilità dei reati ipotizzati, di competenza territoriale, sussistenza del nesso causalità ai fini dell’attribuzione delle singole responsabilità, ha consentito innanzitutto di ricostruire i fatti così come si sono svolti a partire dal 5 gennaio 2020.
I commenti di Fontana, Conte e Speranza, indagati nell’inchiesta Covid
Dopo aver appreso la notizia riguardo agli indagati nell’inchiesta Covid a Bergamo il governatore Attilio Fontana ha espresso la sua opinione sulla questione, a Radio Anch’io:
È vergognoso che una persona che è stata sentita a inizio indagine come persona a conoscenza dei fatti scopra dai giornali di essere stato trasformato in indagato. Una vergogna sulla quale non so se qualche magistrato di questo Paese ritiene di indagare.
Sicuramente non succederà niente. Anche in altri processi in cui sono stato assolto ho saputo dai giornali cose che non sapevo.
Anche Conte, ex presidente del Consiglio e ora a capo del M5, ha commentato la notizia:
Anticipo subito la mia massima disponibilità e collaborazione con la magistratura. Sono tranquillo di fronte al paese e ai cittadini italiani per aver operato con il massimo impegno e con pieno senso di responsabilità durante uno dei momenti più duri vissuti dalla nostra Repubblica.
Mentre Speranza in una nota ha affermato di aver “sempre pensato che chiunque abbia avuto responsabilità nella gestione della pandemia debba essere pronto a renderne conto, di essere molto sereno e sicuro di aver sempre agito con disciplina ed onore nell’esclusivo interesse del Paese”.
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