Operaio morto per un nuovo terribile incidente sul lavoro. Dopo poco più di un giorno dalla morte di Luana D’Orazio, operaia 22enne che ha perso la vita il 3 maggio scorso finendo inghiottita da un macchinario tessile, un altro infortunio mortale sul lavoro si è verificato questa mattina. L’episodio ha avuto luogo a Busto Arsizio, nel Varesotto: la vittima è Christian Martinelli, operaio di 49 anni, rimasto schiacciato dal tornio meccanico alla Bandera, azienda molto nota sul territorio, attiva nella produzione di macchinari per l’estrusione di materie plastiche. L’uomo, sposato e padre di due bambine, è morto in ospedale.
Busto Arsizio, nuovo incidente sul lavoro: operaio morto, cosa è successo
Stando alle prime ricostruzioni, l’incidente sarebbe avvenuto attorno alle 8,30 di questa mattina: l’operaio stava verificando l’uscita di un pezzo dalla macchina quando, in pochi secondi, sarebbe rimasto schiacciato da un’enorme fresa industriale. I colleghi, ancora sotto shock per l’accaduto, sono intervenuti immediatamente per chiamare i soccorsi, arrivati alla Bandera, in via del Roccolo, in modo tempestivo.
La vittima 49enne è stata trasportata con l’elisoccorso all’ospedale di Legnano, in codice rosso per trauma da schiacciamento ma, nonostante ciò, non ce l’ha fatta. Stando alle testimonianze, Christian Martinelli era ancora cosciente quando i colleghi l’hanno soccorso, poi, però, sarebbe stato colpito da un infarto.
Sono in corso degli accertamenti per stabilire la dinamica della vicenda. Nel frattempo, l’area in cui si è consumato il terribile incidente è stata transennata, così da consentire a carabinieri, agenti della polizia locale e ispettori dell’Ats di effettuare i rilievi. Il tornio su cui l’operaio stava lavorando al momento della tragedia è stato posto sotto sequestro dalla Magistratura.
Oltre i soccorritori del 118, sul luogo della tragedia sono arrivati anche vigili del fuoco, carabinieri, polizia locale, funizonari dell’Ats e l’Areu (Agenzia Regionale Emergenza Urgenza). Anche il magistrato di turno in procura a Busto Arsizio è stato avvisato dell’accaduto. Il pm disporrà l’autopsia sulla salma dell’operaio, per accertare cause e dinamica dell’incidente.
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Altro operaio morto per un incidente sul lavoro: i preoccupanti dati dell’Inail
I dati dell’Inail sulle morti per incidenti sul lavoro nel primo trimestre del 2021 non sono positivi e mettono in luce una tendenza in aumento: gli episodi con esito mortale sono stati 185, 19 in più rispetto alle 166 denunce registrate dall’Inail nel primo trimestre del 2020 (+11,4%).
Un aumento degli episodi mortali che tra 2020 e 2021 ha riguardato sia i lavoratori maschi (da 155 a 171), sia le lavoratrici (da 11 a 14). Negli ultimi giorni, il bilancio è stato gravissimo: prima la tragica morte di Luana D’Orazio, poi, stamattina, quella di Christian Martinelli. E la riflessione è sempre la stessa: nel 2021 non si può più morire sul posto di lavoro.
Busto Arsizio, operaio morto a 49 anni sul posto di lavoro: le prime reazioni alla vicenda
Parole di cordoglio sono arrivate dal deputato Leu Stefano Fassina che, alla notizia della tragedia di Busto Arsizio, ha commentato con rammarico:
È una strage. Ogni giorno due o tre caduti sul lavoro. Non sono incidenti, sono morti annunciate, che avvengono con regolarità agghiacciante.
È l’emergenza nell’emergenza della pandemia. Sono necessari urgenti interventi su tutti i fronti: maggiore responsabilizzazione dei datori di lavoro, maggior coinvolgimento delle organizzazioni sindacali, norme per la sicurezza sul lavoro e potenziamento dei servizi ispettivi, sempre più a corto di personale.
non soltanto per controllare, ma per promuovere la cultura della prevenzione nelle aziende e tra i lavoratori. Chiediamo al ministro Orlando di venire alla Camera al più presto per discutere come rafforzare la sicurezza di lavoratrici e lavoratori.
Anche il consigliere regionale lombardo Samuele Astuti (Pd) ha espresso rammarico per quanto avvenuto stamattina: “Non è accettabile che questo accada ancora oggi. Non è accettabile che nel 2021 si muoia ancora di lavoro. È di pochi giorni fa la scomparsa di una ragazza di 22 anni a Prato, mentre i numeri degli incidenti sul lavoro sono allarmanti: gli infortuni sul lavoro in Lombardia nel marzo scorso sono stati 7237 mentre tra gennaio e marzo sono stati 23900. Una tragedia quotidiana, troppo spesso dimenticata, per cui è evidente che le istituzioni non stanno facendo abbastanza. Per porre fine a questa tragedia ora è necessario l’impegno di tutti. Il mio non mancherà mai”.
Mentre Maurizio Landini (Cgil) sottolinea: “Non si può morire sul lavoro come 30 o 40 anni fa. La pandemia non ci ha ancora insegnato che la sicurezza sul posto di lavoro deve essere un investimento e non un costo. Nell’era del lavoro a distanza si continua a morire in presenza”.
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