Infarto: scoperto un gene che ripara i danni al cuore

Dopo un infarto il tessuto cardiaco non riesce a rigenerarsi, rispetto agli altri tessuti del corpo. Uno studio ha individuato la classe di ormoni responsabili.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
spot_img

Una nuova scoperta ha individuato un gene che ripara il tessuto cardiaco danneggiato dopo un infarto. Rispetto agli altri tessuti del nostro corpo infatti quello del cuore è incapace di rigenerarsi.

Il team di ricerca è guidato da studiosi dell’Università di Bologna, con il contributo dei ricercatori Nicola Pianca e Francesca Sacchi, e a cui hanno collaborato anche i gruppi guidati da Mattia Lauriola, Giovanna Cenacchi, Luisa Iommarini, Anna Maria Porcelli e Carlo Ventura.

Lo studio è stato inoltre pubblicato sulla rivista “Nature Cardiovascular Research”.

Cosa avviene nel cuore dopo un infarto

infarto_gene

Secondo lo studio del team dell’Università di Bologna l’incapacità del muscolo cardiaco di rigenerarsi dopo un infarto è dovuto all’azione di una classe di ormoni steroidei, i glucocorticoidi, che svolgono ruoli importanti nello sviluppo, metabolismo, mantenimento dell’omeostasi, nella gestione di situazioni di stress e spingerebbero le cellule del cuore a maturare dopo la nascita e al tempo stesso ne bloccherebbero la proliferazione, ma anche all’assenza di una significativa presenza di cellule staminali in questo tessuto avrebbe il suo peso

Per questo il tessuto cardiaco, a differenza degli altri tessuti del corpo, non è in grado di rigenerarsi. Dopo un infarto le cellule del muscolo cardiaco muoiono e vengono sostituite da tessuto cicatriziale. Inoltre in base all’entità del danno si avrà un’insufficienza cardiaca, ossia il cuore non riuscirà a pompare abbastanza per soddisfare le esigenze dell’organismo.

Riguardo alla recente scoperta Gabriele D’Uva, ricercatore del gruppo che ha coordinato lo studio presso il Dipartimento di Medicina Specialistica, Diagnostica e Sperimentale dell’Università di Bologna, ha dichiarato:

I risultati che abbiamo ottenuto mostrano che i glucocorticoidi rappresentano un importante freno della capacità rigenerativa cardiaca: la loro inibizione ha infatti mostrato esiti promettenti nella riparazione del tessuto cardiaco danneggiato.

Si tratta di una scoperta molto rilevante, che in futuro potrebbe portare a trattamenti efficaci per migliorare le condizioni del cuore dei pazienti colpiti da infarto.

Leggi anche: Vaccino contro tumore al fegato: i risultati sono incoraggianti

spot_img

Correlati

Perché ricordiamo i sogni che facciamo? Uno studio italiano dà la risposta

La ricercatrice Valentina Elce, della Scuola Imt Alti Studi di Lucca, ha condotto una...

Che cos’è e come si cura la polmonite bilaterale, patologia di Papa Francesco

La polmonite bilaterale di cui soffre Papa Francesco, come emerge dagli ultimi esami svolti,...

Bonus diabete, cosa sapere e come richiederlo

In Italia a soffrire di diabete sono quasi 4 milioni di persone, all’incirca il...
Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
spot_img