martedì, 11 Marzo 2025
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OpenAI lancia Deep Research, l’agente virtuale che rivoluziona le ricerche online

Arriva Deep Research per le ricerche più specifiche: quali sono le funzionalità del nuovo agente virtuale di OpenAI?

Ilaria De Santis
Ilaria De Santis
Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.

OpenAI annuncia il lancio di Deep Research, il nuovo agente virtuale di intelligenza artificiale che aiuterà agli utenti che già usano ChatGPT a portare a termine ricerche molto più approfondite.

Per ora tale opzione è disponibile negli Stati Uniti solo per gli utenti Pro ed è possibile chiedere 100 query al mese, ma successivamente sarà esteso agli abbonati Team e Plus, con limiti molto meno restrittivi.

Il goal di OpenAI è non solo facilitare analisi, ricerca e sintesi delle informazioni raccolte, ma dimezzare il tempo impiegato, svolgendo in pochi minuti un’azione che richiederebbe ore a un umano.

Come funziona Deep Research?

In una nota ufficiale OpenAI ha svelato il funzionamento di Deep Research per ricerche più mirate da parte degli utenti:

Basta dare un prompt specifico e ChatGPT troverà, analizzerà e sintetizzerà centinaia di fonti online per creare un report completo con riferimenti precisi a tutti i documenti consultati.

Basato su una versione del prossimo modello OpenAI o3 e ottimizzato per la navigazione web e l’analisi dei dati, Deep Research sfrutta il ragionamento per cercare, interpretare e analizzare enormi quantità di testo, immagini e PDF nella rete. […]

Ogni output è completamente documentato, con citazioni chiare e un riepilogo del suo pensiero, rendendo facile fare riferimento e verificare le informazioni.

Come si usa?

Per cominciare una ricerca è necessario selezionare l’opzione Deep Research in ChatGPT e scrivere la query, allegando anche documenti o fogli di calcoli, specificando anche il contesto specifico della richiesta.

Successivamente nella barra laterale comparirà un riepilogo dei passaggi eseguiti e di tutte le fonti consultate. Come conferma OpenAI, Deep Research può impiegarci da cinque a trenta minuti per la risposta, a seconda della lunghezza e della complessità del prompt.

Inoltre, una volta che sarà conclusa la ricerca, all’utente arriverà una notifica e l’output finale sarà visibile come report all’interno della chat. OpenAI specifica anche che nelle prossime settimane saranno aggiunte altre funzionalità, tra cui l’integrazione di immagini, visualizzazione dei dati e delle info raccolte, per rendere il contesto ancor più chiaro e comprensibile.

Deep Research, in quali ambiti potrà essere utilizzata?

Deep Research può condurre delle ricerche in vari contesti, tra cui finanza, ingegneria, matematica, PA, ma non solo. Il team di OpenAI afferma che l’agente virtuale può essere un valido strumento per la comparazione di prodotti: “È utile anche per gli acquirenti esigenti che cercano consigli personalizzati su acquisti che in genere richiedono una ricerca attenta, come automobili, elettrodomestici e mobili”.

E ancora, Deep Research è “particolarmente efficace nel trovare informazioni particolari che richiederebbero la navigazione di numerosi siti. La ricerca approfondita risparmia del tempo prezioso, consentendo agli utenti di scaricare e velocizzare ricerche complesse e dispendiose con una sola query”.

Ma perché Deep Research sarà una svolta per gli utenti di ChatGPT? L’agente virtuale è stato addestrato per fornire un prezioso aiuto a moltissime necessità del mondo reale, come evidenzia ancora il team di OpenAI:

La ricerca approfondita […] consente di affrontare i tipi di problemi che le persone affrontano nel lavoro e nella vita di tutti i giorni.

Leggi anche: OpenAI lancia Operator, l’Agente virtuale che naviga sul web al posto nostro

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Ilaria De Santis
Ilaria De Santis
Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.

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