venerdì, 17 Gennaio 2025
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La gestione delle risorse umane negli enti del Terzo settore

La gestione delle risorse umane è un aspetto importante di un ente del Terzo settore, che richiede un approccio specifico e mirato. Vediamo quali sono le sfide e le soluzioni che si possono mettere in atto.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.

Gli enti del Terzo settore svolgono un ruolo fondamentale nella società, promuovendo iniziative che mirano a soddisfare bisogni sociali, culturali o ambientali. La gestione delle risorse umane è una delle loro attività strategiche più complesse e significative, oltre a rappresentare un elemento cruciale del loro funzionamento.

Si tratta di un ambito che richiede un approccio specifico per garantire efficienza, sostenibilità e un impatto positivo sulla società.

La gestione delle risorse umane negli enti del Terzo settore

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Negli enti del Terzo settore la gestione delle risorse umane si basa su un insieme di dipendenti, volontari e collaboratori professionisti, che hanno come obiettivo non solo la produttività economica ma anche il raggiungimento delle missioni sociali. Per far questo è necessario che vi sia un buon equilibrio tra il coinvolgimento emotivo dei collaboratori e il rispetto di alcune norme specifiche:

  • Pianificazione del personale, si definiscono ruoli e competenze necessarie per il raggiungimento degli obiettivi dell’ente. Gli ETS tendono a strutturarsi in modo flessibile, con gerarchie leggere e una forte collaborazione tra i membri del team. Una pianificazione accurata consente di bilanciare il fabbisogno retributivo personale e volontario. Per questo è importante servirsi di strumenti che, analizzando le necessità a breve e lungo termine, garantiscano la sostenibilità economica e il perseguimento degli obiettivi sociali
  • Reclutamento, si attinge sia al mondo del lavoro retribuito sia al volontariato, valorizzando competenze tecniche e motivazione personale. Durante il reclutamento si pone attenzione nell’identificare persone con competenze tecniche adeguate, ma anche con una forte motivazione verso gli obiettivi sociali dell’ente
  • Formazione continua, data da programmi di formazione essenziali per migliorare le competenze e favorire l’adattamento in contesti in continua evoluzione. Questo riguarda sia i dipendenti, che partecipano a corsi di aggiornamento, sia i volontari, che spesso ricevono training specifici per i loro ruoli. La formazione è necessaria per far acquisire competenze che consentiranno di svolgere al meglio le proprie mansioni, colmare eventuali lacune, creare piani di valorizzazione e sviluppo dei talenti, gratificare il personale, e far ottenere al tempo stesso un vantaggio all’organizzazione, attraverso un programma formativo a lungo periodo
  • ⁠Gestione del volontariato, i volontari sono una risorsa fondamentale e vanno motivati, integrati e gestiti in modo da valorizzare le loro capacità senza generare conflitti con il personale retribuito. Il riconoscimento non economico, come premi simbolici o attestati di gratitudine, gioca un ruolo fondamentale per mantenere alta la motivazione di volontari e dipendenti
  • Clima organizzativo e comunicazione interna, per favorire la collaborazione e risolvere i problemi interni, in modo da mantenere alta la motivazione. Un ambiente inclusivo garantisce un clima lavorativo sereno e produttivo. È utile implementare politiche di ascolto per raccogliere feedback e migliorare in modo costante

Gli enti adottano degli strumenti di valutazione per monitorare le prestazioni del personale e per garantire che le attività siano allineate con gli obiettivi dell’organizzazione. Il feedback è usato come strumento per motivare e migliorare le competenze dei collaboratori. Il sistema di valutazione, nel volontariato, consente di capire se i volontari sono appagati dalla loro esperienza, se si sentono valorizzati nel loro ruolo e se il loro impegno è coerente con i principi dell’associazione, se l’associazione sta offrendo ai volontari un’opportunità di autorealizzazione, di crescita, e se stiano raggiungendo i risultati desiderati.

Per valutare i volontari può essere sufficiente programmare degli incontri individuali e di gruppo, osservarli mentre stanno operando o favorire dei momenti di confronto in cui i volontari si possano esprimere liberamente.

Leggi anche: Le agevolazioni fiscali per gli enti del Terzo settore

Come gestire il personale in un ente del Terzo settore

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Negli enti del Terzo settore i collaboratori sono spesso attratti dalla missione sociale. Tuttavia, questa motivazione deve essere integrata con una gestione professionale per evitare cali di produttività.

Il settore, nello specifico, è regolato da normative come il Decreto Legislativo 117/2017 (codice del Terzo settore), che definisce le modalità contrattuali e i diritti dei lavoratori. È essenziale che gli enti vi si attengano, anche per evitare sanzioni amministrative. Visto che molti enti operano in contesti multiculturali, o in settori legati all’inclusione sociale, è importante la capacità di gestire diversità etniche, linguistiche e di competenze.

Un’altra criticità riguarda la dipendenza da donazioni e finanziamenti pubblici o privati che rende complessa la gestione del personale, perché spesso si traduce in difficoltà nel garantire retribuzioni che abbiano un certo peso e consistenza o percorsi di carriera chiari.

Per rispondere a queste sfide si possono mettere in atto delle soluzioni pratiche:

  • Creare un piano strategico per le risorse umane, definendo obiettivi chiari per ogni area organizzativa, coinvolgendo volontari e dipendenti. Si può avere un piano strategico per il reclutamento, formazione e gestione delle risorse umane
  • Introdurre sistemi di valutazione, monitorando le performance in modo trasparente, fornendo feedback costruttivi
  • Investire in tecnologia, utilizzando software per la gestione dei turni, la formazione online e per facilitare la comunicazione interna tra i membri del personale
  • Collaborare con il settore privato. Spesso partnership con aziende possono offrire formazione, fondi o risorse umane specializzate
  • ⁠Promuovere il benessere del personale con iniziative di welfare aziendale, anche per i volontari, migliorando il clima lavorativo. Un ambiente di lavoro inclusivo e rispettoso favorisce la collaborazione e la motivazione

Un altro aspetto da considerare è la presenza dei volontari, che operano accanto ai dipendenti. La gestione dei due gruppi richiede due approcci diversi:

  • Dipendenti, sono regolati da contratti di lavoro, definiti secondo il Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro (CCNL) specifico per il Terzo settore. La loro gestione prevede piani di carriera, benefit, e un’organizzazione strutturata delle ore lavorative
  • Volontari, non percepiscono uno stipendio e prestano servizio per motivazioni personali. La gestione è concentrata sul coinvolgimento, riconoscimento del loro contributo e rispetto dei loro tempi e capacità

Per concludere, la gestione delle risorse umane negli enti del Terzo settore richiede un approccio su misura, che tenga conto delle specificità, in un contesto caratterizzato spesso da risorse limitate e grandi obiettivi sociali. Investire nella formazione, comunicazione e nella valorizzazione del personale, sia retribuito che volontario, è la chiave per garantire il successo delle organizzazioni.

Leggi anche: Gli aspetti legali della raccolta fondi per enti del Terzo settore

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Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.

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