Leadership Movimento 5 Stelle. Un retroscena riportato da TPI svela le dinamiche che ci sono dietro quella che è di fatto la programmazione dei nuovi vertici del Movimento.
Voci di palazzo pare rivelino di chi spera ancora oggi in un dietrofront da parte dell’ex premier Giuseppe Conte. Pare invece che Conte non ne abbia nessuna intenzione e che anzi sia ben predisposto a programmare il futuro del partito fondato da Grillo e Casaleggio.
Leadership Movimento 5 Stelle: Un nuovo percorso di rifondazione
Una grande verità che Beppe Grillo ha ben presente in queste ore, ma si può dire che se ne siano accorti tutti, compresa gran parte del gruppo parlamentare 5 Stelle è che il treno stia sul punto di deragliare.
I vertici dei 5 stelle al momento non hanno un vero e proprio rappresentante ufficiale e Vito Crimi di fatto continua a svolgere le funzioni di capo ma senza di fatto averne titolo, si potrebbe definire un traghettatore.
Giuseppe Conte sulla tabella di marcia per la rifondazione è in estremo ritardo, i nodi giudiziari legati allo statuto stanno ostacolando un percorso che sembrava ormai tracciato da qualche mese
Nella sostanza il Ministro degli esteri Luigi Di Maio resta il prediletto di Grillo il quale probabilmente non nutre ancora troppa fiducia nella capacità di Conte di rifondare, più che guidare il partito.
Di Maio tra l’altro nell’ultimo periodo pare abbia un attimo messo da parte le attività del partito e giustamente si stia dedicando alle questioni interne alla Farnesina, d’altronde è il suo ruolo non serve clamore se un ministro fa il ministro.
Nel retroscena che TPI ha svelato pare infatti che Grillo, insieme a molti, stia cominciando a ipotizzare una leadership Movimento 5 Stelle Conte-Di Maio, sarebbe un qualcosa di complementare tra i due.
Sarebbero diversi, tra senatori e deputati, a essere concordi su un simile sviluppo. Lo scorso 8 Marzo nel faccia a faccia tra Conte e Grillo a Marina di Bibbona una delle principali preoccupazioni emerse sarebbe stata infatti la nascita incontrollata di nuove correnti interne che rischiano di sfaldare completamente il partito.
Leadership Movimento 5 Stelle: La situazione sul territorio italiano
La situazione nella maggiori città Italiane per il Movimento attualmente è pessima. A Milano si va verso un’intesa su Sala che recentemente ha aderito ai Verdi Europei “troppe correnti nel PD”, comunque centro-sinistra.
Torino dice ancora 5 stelle ma la situazione è a dir poco traballante. Pochissimo prima del covid parecchi della maggioranza in consiglio comunale erano passati al gruppo misto. Bologna sventola bandiera PD.
Roma è una polveriera e la rielezione della Raggi al momento sembra un miraggio. Napoli invece, la “casa” di Di Maio è quella che da più prospettive di vittoria. Con Roberto Fico che potrebbe anche candidarsi per la città partenopea e lasciare la Camera dei deputati a Dario Franceschini.
Leadership Movimento 5 stelle instabile: Dalla nomina del governo Draghi alle ultime polemiche su Grillo
Da quando è nato il nuovo governo Draghi sulla leadership Movimento 5 Stelle si sono abbattuti venti di tempesta. Dalla costituzione del governo Draghi che ha di fatto aveva generato una lotta intestina tra i vertici 5 Stelle e 70 membri interni al partito tra cui 40 deputati.
Questi erano contrari all’ennesimo gioco di prestigio dei vertici del partito che pur di restare al governo avrebbero fatto un’alleanza ormai con chiunque sarebbe capitato loro.
Poi la continua polemica sulla questione del doppio mandato, mai rispettata (vedi Di Maio). Giuseppe Conte dovrà essere chiaro su come vorrà comportarsi riguardo la regole sul limite del doppio mandato. Anche se Conte ha fatto sapere che sul tema è irremovibile, staremo a vedere.
Passando per l’abbandono di Di Battista fino al polverone di questi giorni riguardo le parole di Beppe Grillo in riferimento allo stupro di una ragazza avvenuto per mano del figlio di Grillo e di tre suoi amici un paio d’anni fa in Costa Smeralda.
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La polemica sullo stupro
Grillo di fatto nella tempesta ci si è buttato da solo, anzi concretamente si può dire che l’abbia generata lui, perorando l’innocenza del figlio pubblicamente e sollevando dubbi sul fatto che la ragazza avesse subito delle violenze solo perché sarebbe andata a denunciare 8 giorni dopo e il giorno seguente all’accaduto sarebbe andata in spiaggia, va be.
Che lo stupro sia avvenuto o meno, questo verrà deciso nelle sedi opportune, ciò che è certo è che Grillo sia stato veicolatore di un messaggio pericolosissimo. Nessuno del Movimento si è espresso pubblicamente tanto meno la leadership Movimento 5 Stelle, inclusi Conte e Di Maio. Silenzio totale.
Fortunatamente però, a dimostrazione che non sono tutti uguali, almeno una persona interna al Movimento è riuscita a non tacere, e corrisponde al nome di Elisabetta Trenta, ex Ministra della difesa nel primo governo Conte che ha preso le distanze dalle parole di Grillo “mi sento offesa come donna” con un post su facebook.
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