sabato, 18 Gennaio 2025
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Addio a Roberto Linguanotto, papà del tiramisù: come è nato il dolce più amato al mondo?

Addio a Roberto Linguanotto, inventore del tiramisù nella sua versione trevigiana: tutte le curiosità sul dolce più apprezzato in Italia e all'estero.

Ilaria De Santis
Ilaria De Santis
Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.
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Il tiramisù è uno dei dolci italiani più amati al mondo. Ieri, però, abbiamo detto addio a Roberto Loli Linguanotto il maestro pasticcere considerato il suo inventore. La sua versione ― originale del tiramisù di Treviso ― è quella con il mascarpone al posto dello zabaione, codificata quando lavorava al ristorante Le Beccherie al fianco della moglie proprietario Ado Campeol, Alba. Vediamo meglio chi era e tutte le curiosità su come è nata la ricetta ideata da Linguanotto.

La storia del tiramisù

Il tiramesù, poi diventato tiramisù, è una voce comparsa per la prima volta nel menù del ristorante Le Beccherie di Treviso nel 1972, storico ristorante di Piazza Ancillotto.

Come si legge sul sito ufficiale, qualche anno prima, nel 1955, la proprietaria del locale Alba era in attesa del figlio Carlo. La suocera, in quel periodo, era solita prepararle una colazione a base di zabaione e caffè. Dopo aver partorito ed esser tornata nelle cucine del ristorante, Alba Campeol ha deciso di voler portare nel suo locale un dolce simile a quello che le preparava la suocera.

In quell’occasione, si fece aiutare dal pasticcere Roberto Linguanotto: dopo vari tentativi con ricotta e panna, Alba e Roberto virarono verso il mascarpone fresco. Da quel momento in poi il tiramisù fu così apprezzato da essere esportato in tutto il mondo. Inoltre, il 15 ottobre 2010 la ricetta de Le Beccherie è stata depositata con atto notarile presso l’Accademia Italiana della Cucina.

Le parole di Roberto Linguanotto sul suo tiramisù

Roberto Linguanotto, nella presentazione ufficiale del tiramisù sul sito de Le Beccherie, ha così rivelato, come riporta “Il Messaggero”:

Lavorare nel prestigioso ristorante “Le Beccherie” a Treviso è stata la spinta per mettermi alla prova, dimostrando che, anche con semplici ingredienti e senza rinunciare alla tradizione, può nascere qualcosa di magico, il Tiramesù.

Ho lavorato per grandi aziende, orgoglioso di trasmettere e diffondere il Made in Italy e il Made in Treviso.

Gratificato di tutto quello che ho potuto imparare.

Il cordoglio di Francesco Redi e Luca Zaia

Ricordano con affetto il maestro pasticcere Roberto Linguanotto, Francesco Redi, organizzatore della Tiramisù World Cup, che sui suoi profili social ha scritto: “Lo ricordiamo con affetto e con quella dolcezza che ha sempre contraddistinto i suoi modi. Il suo e il supporto della sua famiglia fin dall’inizio sono stati inestimabili, senza la sua invenzione, questo movimento mondiale di amanti del tiramisù non esisterebbe“.

Si è unito al suo cordoglio anche Luca Zaia, presidente del Veneto, che ha così sottolineato su Facebook:

Mi unisco al cordoglio per la scomparsa di Roberto Linguanotto, cuoco pasticcere che ha segnato la svolta della pasticceria trevigiana e veneta riscoprendo e rilanciando il tiramisù.

Figura emblematica, per molti anni in un noto ristorante del centro di Treviso, è stato uno degli ambasciatori del nostro dolce di punta, il tiramisù, oggi eccellenza culinaria riconosciuta in tutto il mondo.

E il merito di un successo di tale portata va anche alla sua maestria di pasticcere e alla sua volontà di rendere unica ed inimitabile la nostra prelibatezza veneta.

Alla sua famiglia e agli amici, oltre a quanti lo hanno apprezzato va la mia vicinanza e il mio cordoglio.

Leggi anche: Ringo, Gocciole e Pavesini diventano gelati in vaschetta: esaltazione del gusto o marketing puro?

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Ilaria De Santis
Ilaria De Santis
Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.

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